Le vigne metropolitane sono piccoli vigneti situati all’interno o nelle immediate vicinanze dei centri urbani, spesso su terreni precedentemente inutilizzati o abbandonati.
Questi spazi verdi rappresentano non solo una curiosità enoica, ma anche una testimonianza storica e culturale, oltre che un’opportunità di valorizzazione del territorio e di promozione di una viticoltura sostenibile.
Le vigne metropolitane non sono una novità assoluta, anzi, hanno origini antiche e radicate in molte città europee.
Si pensi, ad esempio, alla vigna di Clos-Montmartre a Parigi, che risale al XII secolo e che produce ancora oggi circa 1500 bottiglie di vino rosso all’anno, messe all’asta per beneficienza durante la Fête des vendanges de Montmartre.
Oppure alla vigna di San Francesco della Vigna a Venezia, che sorge nel sestiere di Castello e che è stata riscoperta e recuperata negli anni ’90 grazie all’associazione La Laguna nel Bicchiere – Le Vigne Ritrovate.
O ancora alla vigna della Regina a Torino, che si trova nella collina di Superga e che apparteneva alla regina Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours, moglie di Carlo Emanuele II.
Ultimo, ma non per importanza, perchè parliamo della città seconda solo a Viena in Europa, c’è la mia Napoli, che, tra i tanti primati riconosciuti, si aggiudica il primo posto in Italia.
Questi sono solo alcuni esempi di vigne metropolitane che hanno una grande valenza storica e simbolica, ma che sono anche vive e produttive, grazie al lavoro di appassionati e volontari che si occupano della loro cura e della loro valorizzazione.
Le vigne metropolitane, infatti, non sono solo un patrimonio da conservare, ma anche da far conoscere e apprezzare, attraverso iniziative di divulgazione, degustazione, educazione e turismo enogastronomico.
In questo senso, le vigne metropolitane sono anche un’occasione di sviluppo economico e sociale per le città che le ospitano, in quanto attraggono visitatori, creano occupazione, generano reddito e contribuiscono alla qualità della vita.
Inoltre, le vigne metropolitane, sono un esempio di viticoltura sostenibile e di rispetto dell’ambiente, in quanto sfruttano spazi verdi già esistenti o recuperano aree degradate, senza consumare nuove risorse.
Sono coltivate con metodi biologici o biodinamici, che limitano l’uso di prodotti chimici e favoriscono la biodiversità. Sono in grado di mitigare gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico e acustico, di contrastare il fenomeno delle isole di calore, di assorbire anidride carbonica e di produrre ossigeno.
Le vigne metropolitane sono un fenomeno in crescita, che coinvolge sempre più città italiane ed europee, che hanno deciso di valorizzare il loro patrimonio vitivinicolo e di creare una rete di collaborazione e di scambio.
Tra queste città, vi sono Milano, Siena, Napoli, Palermo, Lione, Avignone e Vienna, che con i suoi 700 ettari di vigneti è la metropoli europea con più terreno vitato. Queste città, insieme a Parigi, Venezia e Torino, fanno parte dell’Urban Vineyard Association (UVA), un’associazione nata nel 2018 con lo scopo di promuovere le vigne metropolitane e i loro vini, di diffondere la cultura del vino e di sostenere progetti di ricerca e innovazione.
Le vigne metropolitane, quindi, sono una realtà affascinante e dinamica, che unisce tradizione e modernità, che valorizza il territorio e la sua storia, che promuove una viticoltura di qualità e sostenibile, che crea opportunità di sviluppo e di inclusione sociale, che offre esperienze uniche e originali ai cittadini e ai turisti.
Insomma, una ricchezza da scoprire e da gustare. 🍇🍷
Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello.