Vini Vulcanici: Un Viaggio Attraverso i Terroir del Mondo
Sono nato a Napoli e vivendo all’ombra del Vesuvio, uno dei vulcani più studiati e pericolosi al mondo, attualmente quiescente, con l’ultima eruzione avvenuta nel 1944, famoso per la sua eruzione nel 79 d.c. che distrusse le città di Pompei ed Ercolano, sembrava doveroso dedicare un articolo ai vini prodotti su terreni vulcanici.
I vini vulcanici rappresentano una categoria affascinante e in crescita nel panorama enologico mondiale. Questi vini sono il risultato di una viticoltura che si sviluppa su terreni formatisi grazie all’attività vulcanica, una caratteristica che conferisce ai vini qualità uniche e distintive.
La Natura dei Terreni Vulcanici I terreni vulcanici sono noti per la loro fine granulometria e la ricchezza in sostanze minerali. Queste caratteristiche, insieme alla presenza di elementi come silice, potassio, fosforo, zolfo, calcio, sodio, magnesio e microelementi come ferro, manganese, rame e zinco, contribuiscono a creare vini con una marcata mineralità e freschezza.
Distribuzione Globale dei Vini Vulcanici I vini vulcanici non sono un’esclusiva italiana, ma si trovano in diverse parti del mondo. Dalle Azzorre al Giappone, passando per la Grecia e la Spagna, ogni territorio vulcanico produce vini che riflettono le peculiarità del proprio terroir.
Terreni ideali: I terreni vulcanici sono sabbiosi, con ceneri molto fini e particolarmente permeabili. Queste condizioni sono ideali per ottenere uve di grande qualità. Le viti crescono principalmente a piede franco, non innestate, rendendole più longeve, robuste e resistenti alla siccità.
I suoli vulcanici sono ricchi di fosforo, magnesio e potassio. Questo si riflette nei vini, che sono caratterizzati da una complessità e sapidità difficilmente raggiungibili da altri suoli. In particolare, i vini bianchi vulcanici presentano grandi mineralità e acidità.
I terreni vulcanici hanno un potere tampone che viene chiamato “mineralità”. Questo effetto è simile a quando si aggiunge sale a una fetta di limone: l’acidità iniziale può essere aggressiva, ma la salinità bilancia il gusto. Questo rende i vini vulcanici freschi, di ottima beva e adatti all’invecchiamento.
Oltre all’Etna, ci sono altre zone vulcaniche in Italia che producono vini con queste caratteristiche. Ad esempio, i Castelli Romani e Colli Albani (dove nasce il Frascati), i Campi Flegrei (nell’area del Vesuvio), l’Irpinia (con vini bianchi longevi come Fiano e Greco di Tufo) e la zona del Vulture (dove nasce l’Aglianico del Vulture).
Fuori dall’Italia, ci sono anche altre regioni che producono vini vulcanici, come Santorini (Grecia), Somló (Ungheria), Azzorre (Portogallo), Tenerife e Lanzarote nelle Canarie, Baden (Germania) e Lake Country (California, USA).
Le varietà di uve più comunemente utilizzate per la produzione di vini vulcanici sono:
- Carricante: un vitigno bianco, tipico della Sicilia, specialmente dell’area dell’Etna.
- Trebbiano: una delle varietà di uva bianca più diffuse in Italia, con diverse sottovarietà.
- Falanghina: un antico vitigno bianco che si trova soprattutto in Campania.
- Grechetto: un vitigno bianco presente principalmente in Umbria e Lazio.
- Moscato: famoso per i vini dolci e aromatici, coltivato in molte regioni italiane.
- Durello: un vitigno bianco, noto per la produzione di vini spumanti, soprattutto nella zona dei Monti Lessini in Veneto.
Queste uve traggono beneficio dalle caratteristiche uniche dei terreni vulcanici, che conferiscono ai vini una distintiva mineralità e complessità Questi vini unici sono una testimonianza della capacità italiana di produrre anche nelle aree e nelle condizioni più complicate.
In Campania, i vini vulcanici sono particolarmente apprezzati per la loro intensità aromatica e le note minerali, che sono il risultato diretto dell’influenza dei suoli vulcanici. Questi terreni, arricchiti da secoli di attività vulcanica, conferiscono ai vini una complessità unica. Tra le zone più note per la produzione di vini vulcanici in Campania ci sono i Campi Flegrei, Ischia, e il Vesuvio.
Alcuni dei vini vulcanici campani che potresti trovare interessanti sono:
- Falanghina Campi Flegrei DOC: Un vino bianco fresco e minerale, che riflette la ricchezza del suolo vulcanico dei Campi Flegrei.
- Piedirosso Campi Flegrei DOC: Un vino rosso leggero e fruttato, tipico della stessa zona, che esprime al meglio le caratteristiche del terroir vulcanico.
- Lacryma Christi del Vesuvio: Un vino storico della regione, disponibile sia in versione bianca che rossa, che si dice sia così buono da far piangere Cristo.
- Fiano di Avellino: Anche se non esclusivamente vulcanico, alcune aree di produzione di questo vino bianco aromatico e strutturato si trovano su suoli vulcanici.
Questi vini rappresentano solo una piccola selezione dell’ampia varietà di vini vulcanici che la Campania ha da offrire, ognuno con la propria storia e personalità legate al ricco terroir vulcanico della regione
La crescente popolarità dei vini vulcanici è testimoniata da eventi come l’International Volcanic Wine Conference, che riunisce produttori da tutto il mondo e contribuisce a incrementare la visibilità di questi vini unici.
Esempi di Terroir Vulcanici nel Mondo
- Italia: L’Etna in Sicilia, i Colli Euganei in Veneto, il Vulture in Basilicata e il Vesuvio in Campania sono solo alcuni degli esempi di terroir vulcanici che producono vini di eccellenza.
- Grecia: L’isola di Santorini è rinomata per i suoi vini vulcanici, caratterizzati da una forte mineralità e acidità.
- Germania: La regione della Mosella offre vini influenzati dai suoli vulcanici, noti per la loro eleganza e profondità di sapore.
- USA: La California, con la sua Lake County, produce vini vulcanici che stanno guadagnando attenzione per la loro qualità e carattere distintivo.
- Spagna-Canarie: I vini delle Isole Canarie sono un tesoro nascosto per molti, ma ospitano alcuni vigneti eccezionali che producono vini di alta qualità, anche se poco conosciuti al di fuori dell’arcipelago. Le Isole Canarie, situate nell’Oceano Atlantico settentrionale a poco più di 100 km al largo della costa occidentale del Marocco, hanno una tradizione vinicola radicata da moltissimi anni. Nel XV secolo, il vino più popolare della regione era una Malvasia dolce, apprezzato soprattutto dai commercianti inglesi e olandesi. Tuttavia, oggi i vini delle Isole Canarie sono poco esportati al di fuori dell’arcipelago, in parte a causa della forte domanda indotta dal turismo.La viticoltura è possibile grazie a microclimi in alcune aree, con vigneti situati principalmente tra i 500 e i 1000 metri s.l.m., spesso anche più in alto. I suoli vulcanici contribuiscono alle caratteristiche sapide e minerali dei vini. I vitigni coltivati nelle Isole Canarie sono principalmente autoctoni della Spagna, con poca presenza di uve internazionali. Tra i vitigni più diffusi ci sono:
- Listan Blanco (Palomino): Utilizzato per vini bianchi.
- Malvasia: Sia dolce che secco, noto per la sua qualità.
- Marmajuelo: Utilizzato per vini bianchi.
- Listan Negro: Vitigno rosso.
- Tenerife, l’isola più vasta, ospita metà delle Denominazioni di Origine (DO) dell’arcipelago, tra cui Abona, Tacoronte-Acentejo, Valle de Guimar, Valle de la Orotava e Ycoden-Daute-Isora.
- Altre isole come El Hierro, Gran Canaria, La Gomera, La Palma e Lanzarote hanno le proprie DO.
L’elevato irraggiamento solare porta a un grado zuccherino elevato nei mosti, quindi molti vini prodotti sono dolci o liquorosi. Recentemente, si sta affermando la tendenza alla produzione di vini naturali, apprezzati da un numero crescente di appassionati. In sintesi, i vini delle Isole Canarie offrono una varietà di sapori unici, influenzati dai suoli vulcanici e dal clima subtropicale.
Siamo arrivati al termine di questo viaggio alla scoperta dei vini vulcanici che sono una finestra aperta sulle forze della natura e sulla storia geologica dei territori. Sono vini che parlano del loro ambiente di origine e che offrono esperienze sensoriali uniche. La loro scoperta è un viaggio appassionante per ogni amante del vino, un percorso che attraversa culture e paesaggi, unendo il piacere della degustazione alla conoscenza di terroir straordinari.
Alla prossima avventura “Vulcanica”.
Articola a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais.