A Montefalcione il vino è Donna, anzi DONNACHIARA
A Montefalcione il vino è Donna, anzi DONNACHIARA

A Montefalcione il vino è Donna, anzi DONNACHIARA

Intervista Esclusiva a Ilaria Petitto, CEO di Donnachiara

Continua senza sosta la mia rubrica fatta di racconti e interviste esclusive, dopo tanto girovagare, oggi, faccio tappa nella mia regione, la Campania e precisamente a Montefalcione, provincia di Avellino, Irpinia, cuore pulsante della viticoltura in Campania e patria del Taurasi. Montefalcione è un borgo antico che ragala emozioni, si scrive e qui nasce DONNACHIARA, che sorge su una splendida collina proprio alle pendici del paese di Montefalcione. Qui il vigneto di Fiano di Avellino scende giù ripido quasi come se volesse scappar via, circondato da verdi colline arricchite da antiche borgate e dalle splendide montagne di Montevergine e Chiusano. DONNACHIARA è Autenticità, Territorialità e Sostenibilità, per questo sono stato incuriosito dall’approfondire la conoscenza di questa bellissima realtà e oggi vi presento la Dott.ssa ILARIA PETITTO, CEO di DONNACHIARA, che mi ha aperto le porte della sua cantina con grande gentilezza e disponibilità e mi ha permesso, tramite il mio blog, di raccontare la storia della sua realtà.

 

Siamo in compagnia di Ilaria Petitto  proprietaria, insieme alla sua famiglia di: Donnachiara Cantina Irpina.

Grazie Ilaria, che tra l’altro, in questo periodo di vendemmia, hai trovato il tempo di concedermi un’intervista.

 Mister  WineDunque Ilaria brevemente ti va di presentarti? Qual’è la storia e la tradizione della tua azienda vinicola e in quale territorio ci troviamo?

Ilaria Petitto: Innanzitutto grazie a te Giovanni per l’interesse mostrato per Donnachiara, un saluto ai tuoi lettori.Sono Ilaria Petitto, Laureata in Giurisprudenza alla LUISS ed ho conseguito il titolo di Avvocato una vita fa. Da oltre 15 anni mi dedico a tempo pieno al vino, dopo aver vissuto lontano da Avellino per circa 12 anni mi sono innamorata dell’Irpinia grazie a questi vini straordinari. La storia inizia da lontano, è nella famiglia di mia madre che esiste da sempre questa bellissima proprietà in Torre Le Nocelle, prima condotta con il sistema della Mezzadria, poi da mio nonno fino a mia madre. Il territorio è la provincia di Avellino, tra Montefalcione, bellissimo paese dell’areale sia del Fiano di Avellino che del Taurasi e Torre le Nocelle.

Mister Wine: Adottate pratiche di coltivazione sostenibile o biologica?

Ilaria Petitto: Si, produciamo il nostro Esoterico Fiano di Avellino, della linea selezioni, che è un CRU, che viene dal nostro vigneto di Montefalcione, che circonda la cantina ed è a conduzione biologica. Per l’ Aglianico, invece, seguiamo i modelli di lotta integrata. 

Mister Wine: Interessante, ma come bilanci la tradizione e l’innovazione nella produzione del vino?

Ilaria Petitto: Ho sempre avuto un approccio innovativo, forse proprio grazie al fatto che non venivo dal mondo del vino che è ipertradizionale. Per me il vino è sempre stato un prodotto, si della terra, ma che non viene spontaneamente dalla vigna. Credo piuttosto che debba essere un perfetto risultato di natura e scienza. Credo nella tecnologia applicata al vino per ottenere vini puliti, verticali, che rispecchino il territorio, ma che siano ben fatti.

 Mister Wine: Comprendo il tuo punto di vista, ma quali sono le sfide più grandi che affronti come produttore di vino?

Ilaria Petitto: Le sfide sono senza dubbio il cambiamento climatico, le incognite che ci sono sempre in agricoltura, ma anche il mercato che negli ultimi anni è difficile. I consumi del vino sono in calo e risentono della difficile congiuntura socio economica, per cui tutte le aziende stanno soffrendo.

Mister Wine: Insomma si lotta sempre. Se scegli, quali sono le botti che usi per l’invecchiamento dei vini? E quali metodi di affinamento usi?

Ilaria Petitto: Usiamo solo barrique di rovere francese per l’invecchiamento del nostro aglianico. Abbiamo diversi produttori, tra cui Taransaud, Cadus, Orion e Tn Cooper per lavorare al meglio sull’espressione del nostro Taurasi e Taurasi Riserva.

Mister Wine: Quali sono le tue aspettative per il futuro della tua azienda vinicola?

Ilaria Petitto: Il mio progetto è sempre stato chiaro, vorrei che Donnachiara rappresentasse un riferimento nel panorama internazionale. In fatto di vino Campano e soprattutto Irpino. Vorrei che pensando al Taurasi ed al Fiano di Avellino si possa immediatamente pensare a noi, come azienda dinamica che ha saputo coniugare la tradizione interpretandola in modo moderno.

Mister Wine: Come gestisci le tendenze e i gusti in cantina con l’evoluzione dei gusti dei consumatori?

Ilaria Petitto: Il palato dei consumatori è sempre in evoluzione e così anche il vino segue un po’ il mercato e si adegua al gusto. Chiaramente restando sempre fedeli al territorio esprimendo vini autentici e tipici rispetto al vitigno autoctono, poiché noi vinifichiamo esclusivamente le nostre varietà autoctone. Inoltre vorrei proseguire nel progetto già avviato dell’accoglienza e dell’ospitalità, tutto ancora da sviluppare ma work in progress con un imminente trasferimento della produzione in un sito adiacente e possibilità di utilizzare l’attuale struttura per accogliere sempre più appassionati di vino e per rendere la nostra struttura capace di ospitare eventi.

Mister Wine: Vini premiati o riconosciuti a livello nazionale o internazionale? Cosa ne pensi dei riconoscimenti ufficiali ai vini?

Ilaria Petitto: Credo che ricevere dei riconoscimenti sia sempre una bella soddisfazione, fa piacere sapere che gli sforzi, la perseveranza, la dedizione possano portare i loro frutti. Tuttavia noi abbiamo iniziato in un passato recente, quando credo che i premi non avessero più il potere di incidere anche commercialmente sul destino delle aziende, credo che in passato probabilmente fosse tutto molto diverso ma non ne ho esperienza diretta.

Mister Wine: C’è un vino su tutti al quale sei legata particolarmente?

Ilaria Petitto: Sicuramente il Taurasi Per Umberto Riserva, dedicato a mio padre scomparso di recente, un vino che per fortuna gli abbiamo dedicato in vita e che sicuramente è un tributo al fondatore e all’uomo che mi ha sempre ispirata e che mi ha insegnato che non esistono sogni impossibili ma che basta volere e avere determinazione per concretizzare tutto.

Mister Wine: Bello avere la perseveranza per continuare a sognare. Ma dimmi un pò, Social e vino, quanto influisce il passaggio sui canali social dei tuoi prodotti?

Ilaria Petitto: Ho sempre creduto nella comunicazione via social, certo credo anche che vada affidata a professionisti, non sempre si riesce a comprendere come funzionino le dinamiche social tra treds e algoritmi, comunque sicuramente è qualcosa che ha accorciato le distanze in fatto di comunicazione e trovo che sia un fatto positivo poter essere a diretto contatto con i consumatori.

Mister Wine: Parliamo di Vino Naturale, tendenza? O presa di coscienza verso un mondo più sostenibile?

Ilaria Petitto: Non sono una sostenitrice della filosofia dei vini naturali, come ho già detto per me il vino è un prodotto della natura, ma non viene spontaneamente dalla vigna ma è frutto di un lavoro accurato in vigna ed in cantina. Senza dedizione, tecnologia, pulizia etc. non si può ottenere un grande vino!

Mister Wine: Infine, ti andrebbe di parlarci delle tue etichette e dei nomi dei tuoi vini, ti andrebbe di raccontarci il significato dei nomi dei vini e da dove provengono le etichette? Inoltre siete impegnati solo nella produzione di vino o altri prodotti? Se si, quali?

Ilaria Petitto: Da pochissimi mesi, dopo quasi 20 anni, abbiamo cambiato le nostre etichette della linea classica. Non è stato facile, perché cambiare etichetta è un pò come cambiare pelle, ma ho sentito quest’esigenza per dare una visione tutta mia a queste ultime. Il concept scelto è stato quello delle “Donne Sognanti, perché la nostra è una storia che vede protagoniste donne forti, caparbie e concrete. L’intento è stato quello di valorizzare la femminilità e le donne che hanno reso realtà l’azienda. Donne Sognanti è un omaggio all’ispiratrice che ha trasmesso l’amore per la campagna, e raffigura un volto femminile intento a sognare. Un volto femminile con gli occhi chiusi e i capelli al vento che immagina il futuro: il futuro reso realtà da mia mamma Chiara Petitto. Sette le declinazioni dell’immagine, una per ciascuna delle denominazioni prodotte da Donnachiara: “L’idea iniziale era quella di creare 7 volti differenti, ciascuno capace di esprimere le diverse anime delle donne che rappresentano Donnachiara. La scelta finale, poi, è ricaduta su un unico profilo, quello ispirato a Donna Chiara capostipite, per enfatizzare l’omaggio alla donna da cui tutto ha avuto inizio”. Il profilo di donna che è il fulcro di questo nuovo visual è un omaggio alla donna che ha ispirato la realtà aziendale che poi sarebbe nata. È il profilo di una donna che, chiudendo gli occhi, sembra quasi accarezzare il futuro come in un sogno premonitore e che anticipa i giorni, gli anni, ciò che sarà. Le nuove etichette seguono la bottiglia e la sua forma e si lasciano come scoprire al consumatore senza soluzione di continuità tra dimensioni sensoriali, la vista, il tatto fino al gusto e all’olfatto, con un approccio olistico che dà vita ad un’esperienza totalizzante.

 

Siamo arrivati al capolinea di questa meravigliosa intervista. Ancora grazie Ilaria, perchè tu rappresenti Le Donne del Vino nella nostra regione, che sanno farsi valere, portando avanti tradizioni , mescolandole, in modo magistrale con l’innovazione.

Non dimenticate dunque, se vi trovate a passare in Irpinia, visitate DONNACHIARA e dite pure che vi manda Mister WIne.

Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais.

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