Marsala la terra del vento e del mare. Vincenzo Alagna ci presenta Vinci Vini 1947
Marsala la terra del vento e del mare. Vincenzo Alagna ci presenta Vinci Vini 1947

Marsala la terra del vento e del mare. Vincenzo Alagna ci presenta Vinci Vini 1947

Vincenzo Alagna ci racconta Cantine Vinci nel cuore di Marsala.

Ci sono storie che vanno raccontate nei particolari, perchè bisogna far conoscere posti, persone e raccontare aneddoti e poi ci sono posti, luoghi e storie che non necessitano nemmeno di introduzioni come questa. Allora, potreste chiedervi, perchè questa premessa? Perchè la storia di oggi ha fondamenta antichissime, proviene da un territorio vocato e famoso nel mondo vino, oggi siamo a Marsala e ad accoglierci c’è Vincenzo Alagna, responsabile commerciale di Vinci Vini Srl.

Se solo chiudessimo gli occhi per un istante, facendoci accarezzare dal vento e scaldare dal sole, respirando l’aria profumata del mare che ci circonda, ognuno di noi potrebbe dire subito: siamo a Marsala. Questa è la “terra del vino”, nessun’ altra città italiana probabilmente, può vantare una produzione vinicola così varia. Se ne accorsero gli inglesi che  sbarcarono nel ‘700 e capirono sin da subito che dalle uve locali si poteva ricavare qualcosa di molto simile ai vini liquorosi spagnoli e portoghesi: quel vino che poi divenne famoso in tutto il mondo con il nome “Marsala”. In questa terra, nel 1997, tre famiglie di viticoltori decisero di rilevare il marchio “Cantine Vinci” e di iniziare così una nuova avventura. Passare da semplici coltivatori a vinificatori non è stato facile, ma grazie all’esperienza tramandata da padre in figlio da diverse generazioni è servita a comprendere da quali grappoli ottenere il vino di migliore qualità, quali fossero i tempi più adatti per la raccolta delle uve e quali i suoli che fossero in grado di esaltare maggiormente le proprietà vegeto-produttive. Marsala, città di terra coltivata da abili contadini che sulle orme degli imprenditori inglesi hanno cambiato il volto di queste terre esposte ad ovest implementando le loro tecniche di coltivazione della vite, presente da sempre in questo angolo di Sicilia. Città del vento, che ieri ha permesso in comunione con il mare la diffusione in moltissimi paesi del vino in botti, e che oggi permette alla città di essere capitale indiscussa del windsurf praticato quasi tutto l’anno nelle acque della laguna dello Stagnone prospiciente i vigneti storici di uve Grillo e le saline con i loro tramonti unici al mondo. Marsala è anche la città delle cave di tufo, tipico materiale di costruzione delle case e delle cantine e poi ancora mille altri volti perché infine Marsala è la città dei “Mille di Garibaldi” che durante la sua seconda visita in città nel 1862 quando da un balcone del palazzo Grignani a Porta Nuova tuonò “O Roma o Morte”.

La storia di Marsala continua e oggi con noi c’è Vincenzo Alagna, che ringrazio per la sua enorme disponibilità. Benvenuto Vincenzo.

Vincenzo: Grazie Giovanni è un piacere essere qui con voi oggi.

Sono Vincenzo Alagna e sin da piccolo ho nutrito una grande passione per la vite e il vino. Nel Marzo del 2017 ho conseguito la laurea triennale in viticoltura ed enologia presso l’Università di Palermo e da lì a poco iniziò la mia carriera professionale nell’azienda di famiglia, occupandomi soprattutto delle vendite, del coordinamento delle reti commerciali e del marketing.

Mw: Qual è la storia e la tradizione della tua azienda vinicola e in quale territorio ci troviamo?

Vincenzo: Ci troviamo nell’estrema punta della Sicilia occidentale, e più precisamente a Marsala, dove si producono gli omonimi vini liquorosi della più antica DOC d’Italia. La VINCI VINI SRL è stata fondata dalla famiglia VINCI nel lontano 1947 e acquisita dai miei genitori e soci nel 1996. Le nostre famiglie (Alagna, Angileri e Caruso) coltivano la vite e producono vini da tempo immemore. Prima dell’acquisizione del marchio VINCI, la nostra produzione vinicola era orientata quasi esclusivamente al vino sfuso utilizzato come base del Marsala, il cosiddetto “alto grado” per intenderci. Quindi, con l’acquisizione della storica cantina, è stato poi possibile completare la filiera produttiva potendo commercializzare i vini tipici del territorio anche in bottiglia (cosa non tanto scontata in questa parte di Sicilia oltre 25 anni fa). Oggi la nostra azienda si focalizza per lo più sulla produzione dei tradizionali vini liquorosi da dessert secchi o dolci che hanno reso celebre la città di Marsala nel mondo nei secoli precedenti. Da oltre 20 anni la produzione aziendale annovera anche i vini da pasto ottenuti esclusivamente da vitigni tipici e autoctoni del territorio.

Mw: Quali sono le qualità distintive dei tuoi vini?

Vincenzo: La versatilità. Negli ultimi anni percepisco un rinnovato interesse per i vini liquorosi (soprattutto per i Marsala secchi) che si possono consumare a tavola un po’ a tutto pasto e non soltanto con i dolci. Merita, secondo me, una certa importanza e considerazione anche il loro crescente utilizzo come “ingredienti” per i cocktail nella mixology. Per quanto riguarda invece i vini da pasto si cerca di interpretare in chiave attuale la loro produzione al fine di soddisfare una sempre più crescente domanda di vini freschi e fruttati sia bianchi che rossi.

Mw: Da quali vigneti provengono le tue uve e che tipologia di terroir ritroviamo?

Vincenzo: Le uve provengono da vigneti impiantati nel cuore viticolo della Sicilia occidentale. Questi sono dislocati nelle contrade dei territori da sempre molto vocati per la produzione viticola e presenti nei comuni di Marsala, Mazara del Vallo e Salemi. Le altitudini possono superare anche i 250 metri sul livello del mare. I suoli sono per lo più argillosi e di medio impasto. In alcuni pochi casi questi si presentano sabbiosi o calcarei, non essendo molto lontani dal mare. Questa parte di Sicilia è molto esposta ai venti, soprattutto a quelli di scirocco (provenienti dal nord Africa) che in estate possono far alzare la temperatura a ridosso dei 40°C.

Mw: Quali varietà di uva coltivi e quali sono le tue preferite?

Vincenzo: Come già accennavo, coltiviamo soltanto vigneti con varietà autoctone siciliane (Grillo, Zibibbo, Malvasia aromatica, Nero D’Avola, Grecanico, Inzolia, Frappato, Catarratto, Perricone). La mia varietà preferita è lo Zibibbo, sia come frutto, sia come vino secco da abbinare ai tradizionali piatti della cucina siciliana a base di pesce.

Mw: Quali fattori ambientali influenzano la qualità dei tuoi vini?

Vincenzo: Oculate tecniche di potatura, apporti di particolari concimi organici e la continua esposizione al sole/vento dei nostri vigneti durante la stagione estiva, ci consentono di produrre dei grappoli particolarmente concentrati in sostanze zuccherine, polifenoliche e aromatiche (nel caso dello Zibibbo soprattutto). Laddove possiamo intervenire con irrigazioni di soccorso nel mese di luglio, riusciamo a conferire ai vini una particolare salinità e freschezza.

Mw: Adotti pratiche di coltivazione sostenibile o biologica?

Vincenzo: Negli anni abbiamo coltivato i nostri vigneti con pratiche di agricoltura integrata; da qualche anno siamo in conversione per poter produrre uve e vini biologici. La nostra azienda possiede 2 impianti fotovoltaici che la rendono completamente autonoma per l’approvvigionamento dell’energia elettrica.

Mw: Come bilanci la tradizione e l’innovazione nella produzione del vino?

Vincenzo: Le tecniche di coltivazione e di vinificazione dei nostri avi non possono essere del tutto dimenticate. Quindi volendo dare importanza alla storia enologica di questo territorio, è nostra intenzione nei prossimi mesi imbottigliare il vino bianco cosiddetto “alto grado”, presentandolo sul mercato con un packaging distinto che possa attrarre anche un pubblico giovanile.

Mw: Quali sono le sfide più grandi che affronti come produttore di vino?

Vincenzo: Durante le visite in cantina e gli incontri con i buyer racconto le avvincenti storie dei commercianti inglesi che resero celebre il vino Marsala nel mondo. Con la degustazione di questi particolari prodotti e soprattutto con quella delle selezioni/produzioni storiche, molti visitatori rimangono “estasiati” dalle loro caratteristiche sensoriali. Purtroppo non tutti i degustatori sanno veramente apprezzare questi “sorsi di storia”, per cui, una volta giunti alla compravendita, non sempre ne riconoscono il giusto “valore” che meritano. Quindi, la rivalutazione del vino Marsala è una delle sfide più importanti che non riguarda soltanto la mia azienda ma un intero territorio che non ha nulla da invidiare ad altre aree viticole del mondo.

Mw: Se scegli, quali sono le botti che usi per l’invecchiamento dei vini? E quali metodi di affinamento usi?

Vincenzo: Per l’invecchiamento dei vini Marsala, come da disciplinare, utilizziamo delle botti storiche (alcune di queste possono contenere anche decine di migliaia di litri) in rovere americano e di Slavonia. Soltanto per uno dei nostri vini rossi (Lithos) utilizziamo barriques francesi di 2°/3° passaggio. Per i restanti vini utilizziamo i vasi vinari in acciaio inox. Prima della commercializzazione i vini maturano almeno 1 mese nell’apposita bottiglia.

Mw: Quali sono le tue aspettative per il futuro della tua azienda vinicola?

Vincenzo: La nostra mission si concentrerà sulla ricerca di nuovi mercati e di nuovi consumatori che non conoscono i vini siciliani o che non hanno mai apprezzato il “vero” vino Marsala, prodotto per imitazione anche in altri paesi del mondo laddove è conosciuto purtroppo con il soprannome di “chicken Marsala”. E’ nostra intenzione ampliare l’offerta in termini di enoturismo con visite guidate, degustazioni e story telling per coloro che vogliano conoscere o approfondire la storia dell’azienda, del vino Marsala e del territorio.

Mw: Vini premiati o riconosciuti a livello nazionale o internazionale? Cosa ne pensi dei riconoscimenti ufficiali ai vini?

Vincenzo: Abbiamo ottenuto negli anni molti premi e per ben 2 volte il nostro PASSITO da uve Zibibbo ha ottenuto la GRAN MEDEGLIA D’ORO con il concorso mondiale di Bruxelles negli ultimi 20 anni. I premi sono sicuramenti molto utili per farsi conoscere nel mercato e per distinguersi dalla concorrenza. Noto che il numero dei concorsi a cui si può partecipare aumenta di anno in anno, ma secondo me vale la pena partecipare soltanto ad alcuni.

Mw: Come gestisci le tendenze e i gusti in cantina con l’evoluzione dei gusti dei consumatori?

Vincenzo: Negli ultimi anni è aumentato il consumo di vini freschi, fruttati e meno alcolici a discapito di quelli più “corposi”, alcolici e con tempi più o meno lunghi di affinamento in legno. Oggi buona parte dei vini da pasto prodotti dalla nostra azienda presenta queste nuove caratteristiche ricercate. Un risultato che è stato possibile ottenere dopo anni di prove e di modifiche ai protocolli di produzione soprattutto in termini di gestione della fermentazione alcolica (nuovi ceppi di lieviti selezionati, temperature più basse).

Mw: Qual’ è la tua filosofia personale riguardo la produzione dei tuoi vini?

Vincenzo: Non mi occupo in prima persona della produzione dei vini ma la filosofia di produzione aziendale prevede il più oculato e minor utilizzo possibile sia dei fitofarmaci in campo che degli additivi in cantina.

Mw: C’è un vino su tutti al quale sei legato particolarmente?

Vincenzo: Come già accennavo prima, sono particolarmente legato all’uva Zibibbo e quindi al vino Calicanto che ne deriva. Il nome e l’etichetta di questo vino sono stati creati quasi per gioco dai miei genitori che, con una coppia di amici nei giorni più caldi dell’estate 2000,hanno ideato nome e packaging.

Mw: Social e vino, quanto influisce il passaggio sui canali social dei tuoi prodotti?

Vincenzo: Ancora oggi percepisco il fatto che molte aziende, anche di altri settori merceologici, sottovalutino l’importanza di questi strumenti. Spesso riusciamo ad avviare nuove collaborazioni commerciali soprattutto attraverso l’uso di Instagram e Linkedin.

Mw: Vino Naturale, tendenza? O presa di coscienza verso un mondo più sostenibile?

Vincenzo: E’ risaputo che negli ultimi anni è aumentata la sensibilità e l’interesse dei consumatori nei confronti dei vini naturali, artigianali o di piccole realtà produttive. Secondo qualche eminente personaggio del mondo del vino, questi vini sono sempre e comunque dei vini migliori o più salubri di quelli che potremmo definire “tecnologici”. Secondo me, nulla di più sbagliato. Ci sono in commercio vini naturali apprezzabili per le loro caratteristiche sensoriali e altri (vorrei sperare una minima parte) che presentano difetti molto evidenti soprattutto per la mancanza di igiene in cantina.

Mw: Le tue etichette ed i nomi dei tuoi vini, ti andrebbe di raccontarci il significato dei nomi dei vini e da dove provengono le etichette? E inoltre siete impegnati solo nella produzione di vino o altri prodotti? Se si, quali?

Vincenzo: Non tutti i vini della nostra azienda hanno un nome. Riporto il significato del nome di alcuni vini:

1) CALAVIANCA E CALARUSSA evocano l’isola di Favignana;

2) ORIGINE fa riferimento all’importanza storica che ha avuto la cultivar Perricone/Pignatello nella produzione dei vini rossi nella Sicilia occidentale;

3) CALICANTO e LITHOS rappresentano un omaggio allo stile liberty siciliano. Mentre Calicanto è il nome di un arbusto, il nome Lithos si ri fa al greco antico e significa pietra;

4) VIGNA MORESCA linea di prodotti da dessert che rende omaggio alla dominazione araba;

5) SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZ’ESTATE fa riferimento ad una commedia di William Shakespeare ambientata in un’isola del mar Mediterraneo;

6) TANINE’ diminuitivo di Gaetana, cuoca e personaggio delle storie del commissario Montalbano scritte dal genio di Andrea Cammilleri.

La nostra azienda produce soltanto vini da pasto e da dessert.

Mw: Cosa ti ha spinto ad accettare la proposta di intervista di Mister Wine?

Vincenzo: Sicuramente ogni occasione è buona per mettersi in gioco e per far conoscere la propria storia aziendale ad un pubblico di appassionati e intenditori del buon bere come i lettori di Mister Wine.

Saluto e ringrazio Vincenzo per averci aperto le porte della sua cantina anche se solo virtualmente al momento, infatti ci salutiamo con la solita raccomandazione, se passate da Vinci Vini a Marsala, dite che vi manda Mister Wine. Alla prossima intervista.

Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais.

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