Daniele Ballore, dall'unione di due grandi amori, vino e musica, nasce, Sonora-Vinae.
Se è vero che i grandi amori fanno dei giri enormi e poi ritornano, come recitava una famosa canzone di Antonello Venditti, oggi ritorno nella mia seconda casa, ovvero la Sardegna. Vorrei raccontarvi la storia d’amore che ha unito due grandi passioni, vino e musica, mettendo al mondo, Cantina Sonora-Vinae di Daniele Ballore. Siamo a Mamoiada, nel cuore della Barbagia, territorio che ho già precedentemente battuto, ma oggi vi racconto il perfetto connubio tra musica e vino e a raccontarcelo è proprio l’artefice di tutto ciò. Ho il piacere di presentarvi Daniele Ballore.
Ciao Daniele, benvenuto e grazie per aver accettato il mio invito. Ti andrebbe di presentarti?
Daniele: Ciao Giovanni, certamente. Prima di tutto grazie per questa possibilità e un saluto a tutti i lettori.
Io sono Daniele Ballore e ho conseguito la laurea in Viticoltura ed Enologia nel 2014 e dopo alcuni anni di esperienze nel settore come dipendente, ho iniziato nel 2019, a cullare l’idea di fondare un’azienda tutta mia. Nasce così Sonora Vinae.
Mw: Qual è la storia e la tradizione della tua azienda vinicola e in quale territorio ci troviamo?
Daniele: Ci troviamo a Mamoiada, un piccolo paese barbaricino in provincia di Nuoro adagiato su un altopiano granitico a 650 mt s.l.m. ed è posto pochi chilometri a Nord del massiccio del Gennargentu. Nelle aree collinari di questo territorio, la viticoltura ha una tradizione centenaria, e la piattaforma varietale è dominata da vitigni di territorio, in particolare Cannonau. La nostra azienda è un’azienda giovane ma da sempre coltiviamo piccoli vigneti di famiglia. Sonora Vinae unisce tradizione e innovazione: tradizione per quanto riguarda la lavorazione e il rispetto dell’ambiente; innovazione in quanto si cerca di stare al passo con i gusti del consumatore, sperimentando nuovi prodotti.
Il nostro progetto, che da il nome all’azienda, vuole unire le mie due più grandi passioni: il vino (e in particolare gli spumanti) con la musica. Un connubio perfetto, da sempre oggetto di studi: diverse ricerche hanno infatti confermato come l’ascolto della musica durante la degustazione del vino, stimoli diverse aree del cervello potenziando e amplificando la percezione del vino stesso. La musica di riferimento è quella jazz, soul e blues ed è questa che accompagna l’intero progetto: dalle scelte stilistiche del brand, alla tipologia di eventi eno-musicali che l’azienda offre.
Mw: Queste sono le realtà che a me fanno impazzire, giovani, dinamiche, aggrappate alla tradizione del passato con rispetto, ma con uno sguardo al futuro. Quali sono le qualità distintive dei tuoi vini?
Daniele: Cerco di far si che i miei vini rispecchino le caratteristiche del vigneto da cui provengono e siano allo stesso tempo fedeli alla mia filosofia di produzione. I miei vini non sono solo il frutto della terra e della tradizione, ma anche una riflessione della mia personalità e della mia vena artistica. Essendo un grande amante del jazz, del soul e del blues, ogni vino che produco esprime le emozioni che voglio trasmettere. Ogni etichetta, mediante un qr code, è accompagnata da una playlist che scelgo personalmente, perché credo che il vino, come la musica, possa suscitare sensazioni profonde. Attraverso questo connubio, cerco di far vivere al consumatore un’esperienza unica, dove ogni sorso è un eco delle mie passioni e delle mie emozioni. La musica è parte integrante di tutto il processo creativo, non solo nel risultato finale e per chiuderla scherzosamente: – potrei giurare che a novembre, prima di ultimare le fermentazioni, anche i lieviti cantino “Soul man”.
Mw: Da quali vigneti provengono le tue uve e che tipologia di terroir ritroviamo?
Daniele: I vigneti presentano un’età compresa tra i 20 e i 70 anni. Perciò il sistema di allevamento predominante è l’alberello classico a 12/15 gemme (palificato e non), seguito, nei vitigni più giovani, dal cordone speronato. Lavoro con vigneti di proprietà e vigneti in conduzione. Ci troviamo in una realtà prevalentemente collinare con altitudini che partono dai 650 mt slm per arrivare a circa 800 mt. I terreni si presentano fisicamente sciolti, sabbiosi con piccole quantità di argille e di humus; sono chimicamente ricchi di potassio con buona dotazione di fosforo, ma poveri di azoto e sostanza organica. Il clima è temperato con precipitazioni piovose anche abbondanti e spesso nevose, concentrate nel periodo invernale e inizio primavera, a cui fanno seguito estati calde caratterizzate da periodi siccitosi. Le escursioni termiche, tra giorno e notte, sono comunque elevate, per la vicinanza ai principali rilievi montuosi della Sardegna, dai quali provengono correnti di aria fresca, nonché per la buona ventilazione di cui si giova il comprensorio. Ne consegue una buona armonicità dei vini a motivo della modesta vigoria vegetativa, che incentiva,tra le altre cose, lo sviluppo di un intenso bouquet.
Mw: Quali varietà di uva coltivi e quali sono le tue preferite?
Daniele: Come da tradizione gestisco diversi vigneti interessati dal vitigno Cannonau dai quali produco il nostro rosso d’annata, Soul, e il vino rosato fresco,Inciso. Conduco a titolo sperimentale un vigneto ad alta quota interessato da uve Vermentino, con il quale produco il nostro bianco, Verse. Essendo anche un produttore di spumanti (presto in commercio) mi piace produrre vini bianche sia da uve a bacca bianca che “blanc de noir” e vini rosati.
Mw: Quali fattori ambientali influenzano la qualità dei tuoi vini?
Daniele: Soprattutto gli aspetti climatici e pedologici descritti precedentemente che permettono l’ottenimento di buone maturazioni fenoliche; buone acidità totali ad avvenuta maturazione tecnologica e una buona espressione aromatica dei vini.
Mw: Adotti pratiche di coltivazione sostenibile o biologica?
Daniele: Si anche se al momento non abbia ancora certificazione bio.
Mw: Come bilanci la tradizione e l’innovazione nella produzione del vino?
Daniele: La tradizione per me è la salvaguardia dell’ambiente, dei nostri cloni che sono la risultante di secoli di mutazioni gemmarie, mentre l’innovazione è la propensione all’evoluzione dei vini anche sulla base di quelle che sono oggi le richieste e i gusti del consumatore.
Mw: Quali sono le sfide più grandi che affronti come produttore di vino?
Daniele: L’imprevedibilità delle condizioni climatiche è sicuramente il tallone di Achille di ogni azienda che operi in questo settore, e non solo. Purtroppo stiamo andando verso un’instabilità climatica, che vede alternarsi fasi di siccità a fasi di precipitazioni che mettono a dura prova il raccolto, così come, sempre più frequenti, grandinate estive.
Mw: Se scegli, quali sono le botti che usi per l’invecchiamento dei vini? E quali metodi di affinamento usi?
Daniele: Effettuo affinamento in acciaio e in botti di rovere.
Mw: Quali sono le tue aspettative per il futuro della tua azienda vinicola?
Daniele: Mi aspetto di crescere con la produzione di spumanti metodo classico, e di affermarmi anche a livello internazionale in quanto produrre spumanti in Sardegna attraverso il metodo classico non fa parte della nostra tradizione enologica. Ma non solo, la nostra mission è quella di far vivere al consumatore e al visitatore un’esperienza sensoriale a 360 gradi, e far si che la nostra cantina sia non solo il luogo dove si produce il vino ma anche uno spazio dove la musica e il vino si fondono per creare esperienze e momenti di grande condivisione.
Mw: Vini premiati o riconosciuti a livello nazionale o internazionale? Cosa ne pensi dei riconoscimenti ufficiali ai vini?
Daniele: Al momento non abbiamo ancora partecipato a nessun concorso dei vini, ma intendiamo farlo nei prossimi mesi.
Mw: Come gestisci le tendenze e i gusti in cantina con l’evoluzione dei gusti dei consumatori?
Daniele: Nella vita mi piace differenziarmi, così, nella mia professione mi stuzzica l’idea di proporre qualcosa di nuovo. Del resto questa professione da spazio alla creatività, perciò ben venga anche andare in contro alle nuove tendenze.
Mw: Qual’ è la tua filosofia personale riguardo la produzione dei tuoi vini?
Daniele: Come primo obiettivo mi pongo la salubrità: i prodotti che vendo sono quelli che consumo io stesso e le persone che mi stanno intorno. Perciò utilizzo le mie conoscenze in ambito agronomico,enologico e microbiologico per evitare deviazioni che possano poi richiedere interventi di un certo rilievo sul vino.
Mw: C’è un vino su tutti al quale sei legato particolarmente?
Daniele: Si, Soul, il mio Cannonau Rosso, in quanto rappresenta la chiave di lettura di quello che voglio trasmettere attraverso il mio progetto. Dicono che spesso i vini rispecchiano l’essere di chi li produce, perciò penso che possa rappresentarmi un pochino.
Mw: Social e vino, quanto influisce il passaggio sui canali social dei tuoi prodotti?
Daniele: Sicuramente sono una grande vetrina ormai consolidata, Per la mia giovane azienda che vuole trasmettere e condividere ritmi e sensazioni derivanti dal connubio tra vino e musica, sono un ottimo strumento di comunicazione.
Mw: Vino Naturale, tendenza? O presa di coscienza verso un mondo più sostenibile?
Daniele: Personalmente non utilizzo lo slogan “vino naturale” per proporre i vini che produco, in quanto trovo che questa dicitura venga spesso utilizzata in maniera inappropriata. Il vino naturale per me è un vino rispettoso in primis della salute del consumatore, che non può prescindere da un’ alta qualità delle uve prodotte, ma sopratutto dalla qualità dell’ambiente dal quale provengono, affiancate da tecniche di produzione altrettanto coscienziose. Credo che per parlare di vino naturale siano necessarie a monte delle competenze nel settore, ma soprattutto un disciplinare ben articolato.
Mw: Infine, le tue etichette ed i nomi dei tuoi vini, ti andrebbe di raccontarci il significato dei nomi dei vini e da dove provengono le etichette?
Daniele: La musica di riferimento ha delineato le caratteristiche stilistiche del brand: dal nome stesso della cantina a quello dei vini, e del loro aspetto grafico. Uva, Sax, Vinili, foro di risonanza e scrittura musicale caratterizzano lo stile grafico, retrò e moderno allo stesso tempo. Per il nostro Cannonau rosso abbiamo scelto il nome Soul, che fa riferimento al genere musicale, un genere nato per esprimere l ‘anima e la passione, così come Soul, esprime l’anima del suo vitigno. L’etichetta di Soul richiama visivamente i font e i solchi del disco in vinile. Inciso è il nome dato al Cannonau rosato, e vuole enfatizzare l’essenza di questo vitigno, come l’inciso musicale cattura l’essenza di un brano. Inciso ha un’etichetta che vuole ricordare la scrittura musicale e gli spartiti. Esattamente come l’etichetta di Verse, il nostro Vermentino. Verse è la parte introduttiva del brano, e questo Vermentino, non essendo un vitigno rappresentativo della nostra tradizione vinicola, vuole introdurre questa fresca e piacevole novità.
Anche oggi siamo giunti al termine di questa bellissima chiacchierata. Sono proprio felice di aver potuto condividere con voi questa intervista, dando spazio ad un progetto giovane che unisce due grandi passioni.
Daniele: Grazie a te Giovanni per avermi concesso la possibilità di raccontare la mia realtà. Vi aspetto tutti in Sardegna.
Ovviamente ci segniamo Cantina Sonora-Vinae come prossima tappa in Sardegna e ci salutiamo con la nostra consueta raccomandazione, se vi trovate in Sardegna e più precisamente a Mamoiada, passate a trovare Daniele e dite che vi manda Mister Wine. Vi saluto tutti come la bellissima Sardegna mi ha insegnato a fare, ovvero, A Chent’Annos!
Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais.