Crespaia, sospesi tra terra e mare.
Quest’oggi siamo in un luogo storico, si perchè ci troviamo a Località Prelato, insediamento settecentesco del Signore che custodiva anticamente i terreni. Siamo a soli 3 km dal mare e a un’altitudine di 150 m; questa vicinanza al Mar Adriatico dona ai vini dei caratteri unici. Le vigne sono rivolte da Sud a Nord; i dolci venti marini attraversano le insenature collinari, rinfrescano le vigne e le avvolgono.
Siamo in compagnia di Cecilia Sgammini produttrice di Cantina Crespaia.
Ciao Cecilia, innanzitutto desidero darti il benvenuto su Mister Wine e ti ringrazio di aver accettato di raccontarci la tua storia e quella della tua realtà. Ti va di presentarti?
Cecilia: Ciao Giovanni è un piacere essere qui con tutti voi. Sono Cecilia Sgammini, la seconda generazione di produttori di Crespaia. Da diversi anni, affianco mio padre Rossano nel portare avanti questo ambizioso progetto: raccontare il nostro territorio attraverso il vino. Sono cresciuta osservando mio padre, ed assorbendo da lui la passione nel nostro territorio. Oggi, insieme ai nostri colleghi, raccontiamo le Marche, una regione che custodisce tradizioni secolari e produttrice di eccellenze eno-gastronomiche. Ho avuto la possibilità di formarmi e studiare lontano da casa; la mia speranza più grande è quella di riuscire a condurre sempre più nuovi e importanti progetti, che possano valorizzare al meglio le Marche, e Crespaia.
Mw: Qual’è la storia e la tradizione della tua azienda vinicola e in quale territorio ci troviamo?
Cecilia: Crespaia nasce in un luogo storico, che da secoli custodisce la tradizione enologica del nord delle Marche. Ci troviamo a Fano (PU) nella valla del fiume Metauro, sui primi colli che si affacciano sul mare.
Al centro dei nostri 10 ettari vitati è presente un’antica chiesa del XVIII secolo, appartenuta ad un dignitario Papale conosciuto come “Il Prelato”. Coltiviamo varietà locali e il nostro focus è il Bianchello del Metauro, una Doc autoctona che cresce lungo la vallata del fiume Metauro. Crespaia è un nome di fantasia che unisce l’essenza più unica delle Marche: la “Crespa” dell’onda e l’“aia” contadina.
Mw: Quali sono le qualità distintive dei tuoi vini?
Cecilia:Ci troviamo a soli 3 km dal mare. L’influenza di questo ecosistema conferisce ai nostri vini freschezza e mineralità.
Mw: Da quali vigneti provengono le tue uve e che tipologia di terroir ritroviamo?
Cecilia: I nostri vigneti si sviluppano su una collina a 150 m sul livello del mare e orientata su tutte le esposizioni, da sud a nord. Il suolo è prevalentemente sabbioso.
Mw: Quali varietà di uva coltivi e quali sono le tue preferite?
Cecilia:La nostra linea si compone di 4 vini, uno Spumante Brut, il Bianchello del Metauro in due qualità, tradizionale e superiore (Chiaraluce), e un Sangiovese dei Colli Pesaresi, chiamato Nerognolo.
Mw: Quali fattori ambientali influenzano la qualità dei tuoi vini?
Cecilia:Sicuramente il vento che arriva direttamente dal Mare Adriatico e le diverse esposizioni solari durante il giorno.
Mw: Adotti pratiche di coltivazione sostenibile o biologica?
Cecilia:Crespaia è un’azienda biologica: il nostro scopo è quello di ottenere vini quanto più sostenibili. Il vino nasce in vigna e solo attraverso lavorazioni consapevoli è possibile ottenere un prodotto di qualità. Effettuiamo la vendemmia a mano e una volta che le uve raggiungono la cantina, che si trova al centro dei 10 ettari, si passa ad una pressatura soffice da cui otteniamo il mosto fiore. Da lì, parte la vinificazione che ha lo scopo di esaltare le naturali caratteristiche dei vini. I vigneti sono impostati per avere una bassa resa, in modo da esaltare la qualità del frutto.
Mw: Come bilanci la tradizione e l’innovazione nella produzione del vino?
Cecilia: La tradizione è ciò che giunge fino a noi, ma solo grazie alla tecnica consapevole è possibile tramandarla e farne tesoro.
Il Bianchello è un vitigno antico, che racconta tantissimo delle nostre terre. Nonostante questo, pensiamo che sia necessario virare verso un consumo più consapevole e attento, che punti principalmente alla qualità. Per questo, dal principio abbiamo adottato il tappo a vite, simbolo di innovazione, che consente di impedire l’ossidazioneprecoce del vino, accrescendo la performance di prodotto.
Mw: Quali sono le sfide più grandi che affronti come produttore di vino?
Cecilia:Sicuramente mantenere standard produttivi elevati in un questo momento storico in cui si stanno verificando cambiamenti climatici.
Ma anche, far comprendere al pubblico dove e come nasce la qualità in un prodotto vinicolo, e soprattutto come otterla grazie a scelte consapevoli, sia come produttore, sia come consumatore.
Mw: Se scegli, quali sono le botti che usi per l’invecchiamento dei vini? E quali metodi di affinamento usi?
Cecilia: Per i bianchi non effettuiamo invecchiamento in botte, ma un affinamento in bottiglia: in particolare il Chiaraluce, Bianchello del Metauro Superiore, rimane in bottiglia almeno 6 mesi prima di essere messo sul mercato. Le annate disponibili oggi arrivano fino alla 2019.
Per Nerognolo, che è un blend di Sangiovese e Montepulciano, l’affinamento pevede la permanenza di 1 anno di metà della massa in tonneaux rigenerate e l’altra metà in acciaio; poi affina anche lui per almeno sei mesi in bottiglia.
Mw: Quali sono le tue aspettative per il futuro della tua azienda vinicola?
Cecilia: Continuare a crescere con passione, lavoro e semplicità. Il nostro primo scopo è comunicare qualità, producendo poche etichette e mantenendo uno standard produttivo di livello.
Mw: Vini premiati o riconosciuti a livello nazionale o internazionale? Cosa ne pensi dei riconoscimenti ufficiali ai vini?
Cecilia:Chiaraluce è il nostro vino premiato.
I premi più recenti sono per Chiaraluce 2022: che ha ottenuto i 3 Bicchieri del Gambero Rosso ed entra a far parte delle eccellenza marchigiane 2025; ha inoltre totalizzato 96/100 con la guida di Doctor Wine. Crediamo che i riconoscimenti ufficiali attestino l’affidibilità e la credibilità dell’azienda, e del suo progetto.
Mw: Come gestisci le tendenze e i gusti in cantina con l’evoluzione dei gusti dei consumatori?
Cecilia: Crespaia non ambisce ad assecondare le esigenze di mercato o adattarsi alle mode; il nostro obiettivo è quello di creare un Bianchello buono, fatto bene e riconoscibile, che racconti le caratteristiche del nostro territorio.
Mw: Qual’ è la tua filosofia personale riguardo la produzione dei tuoi vini?
Cecilia: È rappresentata dal lavoro che svolgiamo in Crespaia e dalle fondamenta che mio padre ha posto. Il vino è un prodotto unico, che nasce da un frutto ed ha abilità incredibili. Crespaia vuole dare voce alla nostra zona, con la filosofia di un vino pulito, facilmente abbinabile ai cibi e godibile in compagnia.
Mw: C’è un vino su tutti al quale sei legato particolarmente?
Cecilia:Ogni nostro prodotto racconta un momento diverso della vita delle persone: dal divertimento dello Spumante, alle sbicchierate del Bianchello tradizionale, fino all’abbinamento con Chiaraluce o Nerognolo.
Tra tutti, Chiaraluce rappresenta il nostro progetto principale: far comprendere che il Bianchello è un vino che può invecchiare, evolvere e dare grandi risultati. In un mondo che corre all’impazzata, Chiaraluce trova la sua strada con un ingrediente unico, il tempo.
Mw: Social e vino, quanto influisce il passaggio sui canali social dei tuoi prodotti?
Cecilia: Molto; il nostro pubblico sta crescendo ed è costituito da persone affezionate, che ci seguono, ci conoscono e fanno parte della nostra famiglia.
Riusciamo a raccontare la cantina, il nostro lavoro e invitare gli ospiti ai diversi eventi che nel corso dell’anno ospitiamo.
Mw: Vino Naturale, tendenza? O presa di coscienza verso un mondo più sostenibile?
Cecilia:La nostra certificazione è biologica, e si attiene al disciplinare europeo. Per Chiaraluce adottiamo un tipo di fermentazione spontanea senza aggiunta di lieviti. Questo per donare al vino un legame ancora più profondo con il territorio.
Mw: Infine, le tue etichette ed i nomi dei tuoi vini, ti andrebbe di raccontarci il significato dei nomi dei vini e da dove provengono le etichette? E inoltre siete impegnati solo nella produzione di vino o altri prodotti? Se si, quali?
Cecilia: Spumante Brut: Fresco, beverino e con un perlage delicato; è il vino perfetto da condividere.
Crespaia – Bianchello del Metauro Doc:Questo è il Bianchello tradizionale, ossia quel prodotto fresco e pop, che emerge con la sua sapidità e facile beva.
Chiaraluce – Bianchello del Metauro Doc Superiore: Il nome di Chiaraluce è un omaggio alla nostra esposizione geografica, in cui le vigne sono illuminate dal sole dalle “chiare luci dell’alba, al tramonto”
Nerognolo – Colli Pesaresi Sangiovese: (85% Sangiovese – 15% Montepulciano).
Nerognolo di ispira a come i contadini in passato chiamavano il vino rosso, ossia “vino nero”.
Oltre al vino produciamo un Olio Evo Biologico con varietà marchigiane, tra cui: Leccino, Mignola, Raggiola e Ascolana.
Anche oggi questa bellissima chiacchierata volge al termine, grazie Cecilia per averci aperto le porte della tua cantina.
Cecilia: Grazie a te Giovanni vi aspetto tutti in cantina.
Ci lascimo con la solita raccomandazione, se vi trovate a passare da Cantina Crespaia,dite che vi manda Mister Wine.
Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais.