Quante volte abbiamo ascoltato la frase: Il Taurasi è il Barolo del Sud, il Taurasi è il Barolo del Sud, il Taurasi è il Barolo del Sud ed ancora e ancora. Oggi mi viene da dire E BASTA! Con tutto il dovuto rispetto per uno dei più grandi vini al mondo, tra l’altro sono un grande amante del Nebbiolo, ma ad oggi, penso che il Taurasi posso staccarsi assolutamente e definitivamente da quell’etichetta di comprimario che si è tenuto addosso per troppo tempo. Alziamo le mani e tanto di cappello per sua maestà il Barolo, però lo trovo, personalmente, riduttivo nei confronti di un grande territorio, quello Irpino, per il lavoro di tanti produttori e per un uvaggio che proprio in Irpinia e precisamente a Taurasi, regala la massima espressione dell’aglianico con una delle 4 DOCG del territorio Campano, appunto il Taurasi DOCG, prodotto con uve Aglianico per almeno l’85% e da disciplinare, sottoposto ad un minimo di invecchiamento, obbligatorio, di almeno 3 anni, di cui, almeno uno in botti di legno. Questa premessa, ampia è servita ad introdurvi, un’azienda che coltiva esclusivamente le proprie uve nel comune di Taurasi, azienda virtuosa che ho il piacere e l’onore di presentarvi, ovvero parlo della Cantina Addimanda.
Dopo una bella chiacchierata, ho deciso di invitare Gianluigi, che approfitto per ringraziare dell’enorme disponibilità.
Ciao Gianluigi e benvenuto su Mister Wine. Ti va di presentarti?
Gianluigi: Grazie Giovanni per l’invito, un saluto a tutti i tuoi lettori è un piacere essere qui con voi. Sono Gianluigi , Agronomo della cantina Fratelli Addimanda insieme ai miei fratelli Franco ed Olga abbiamo deciso di trasformare le nostre uve per produrre vini tipici del territorio.
Mw: Raccontaci, qual è la storia e la tradizione della vostra azienda vinicola e in quale territorio ci troviamo?
Gianluigi: La nostra è una piccola azienda a conduzione familiare, condotta dalla nostra famiglia da diverse generazioni esclusivamente nel comune di Taurasi. I nostri antenati vendevano uve e vini sfusi qui a Taurasi, ma con l’avvento della nostra generazione (la 4 generazione), abbiamo deciso di iniziare ad imbottigliare i vini in azienda mettendo cosi “la faccia” in quello che facciamo.
Mw: Mi piace questa cosa. Dunque, quali sono le qualità distintive dei tuoi vini?
Gianluigi: Vini tipici del territorio di provenienza che coniugano la tradizione vitivinicola Taurasina unita alle moderne conoscenze tecnologiche.
Mw: Raccontaci, da quali vigneti provengono le tue uve e che tipologia di terroir ritroviamo.
Gianluigi: Siamo partiti da viti prefiollossera. Franche di piede, abbiamo prelevato il materiale clonale, riprodotto i nuovi vigneti esclusivamente con queste varietà presenti in azienda da circa 200 anni. Abbiamo reimpiantato i vari vigneti in base alla natura del suolo con diversi tipi di portinnesti che meglio si prestavano al suolo stesso sia di uva a bacca bianca che di uva a bacca rossa.
Mw: Quali varietà di uva coltivi e quali sono le tue preferite?
Gianluigi: Produciamo l’aglianico di Taurasi ed il Roviello Bianco, varietà autoctona praticamente estinta nella provincia di Avellino, tutti provenienti dai viti prefillossera, presenti e produttive in azienda qui a Taurasi condotti con il tipico sistema di allevamento della Starseta Avellinese. Del Roviello bianco avevamo solo 3 viti in azienda ed oggi dopo circa 20 anni abbiamo poco meno di 2 ettari su una superfice totale provinciale di circa 4 ettari. Tale vitigno è presente in Irpinia fin dal 1593.
Mw: Quali fattori ambientali influenzano la qualità dei tuoi vini?
Gianluigi: Sicuramente il particolare terreno di Taurasi, unito alle pratiche agronomiche tradizionali e alle moderne tecniche di gestione.
Mw:Adotti pratiche di coltivazione sostenibile o biologica?
Gianluigi: Certo, siamo certificati SQNPI, particolarmente vocati al rispetto della terra e da sempre evitiamo l’uso di diserbanti chimici nella gestione dei vigneti in favore delle lavorazioni meccaniche.
Mw:Come bilanci la tradizione e l’innovazione nella produzione del vino?
Gianluigi: Le conoscenze tecniche acquisite dagli studi in Agraria ben si sposano e fanno da supporto alle tecniche di gestione tramandate di generazione in generazione nella nostra famiglia. logicamente alcune sono valide altre sono state variate. Un esempio pratico potrebbe essere l’impiego dei graspi in macerazione che una volta venivano usati ma che oggi non è più valida e sostenibile nella moderna enologia.
Mw:Quali sono le sfide più grandi che affrontate come produttori di vino?
Gianluigi: Saper interpretare l’evoluzione delle annate che negli ultimi anni sono sempre più “Pazze” ed estreme e mettono a dura prova il lavoro in vigna prima ed in cantina poi.
Mw:Se scegliete, quali sono le botti che usate per l’invecchiamento dei vini? E quali metodi di affinamento usi?
Gianluigi: Usiamo legni piccoli e medi nella gestione dell’affinamento dell’aglianico ma anche del Roviello Bianco, sapientemente variati in base all’annata di riferimento.
Mw:Quali sono le tue aspettative per il futuro della vostra azienda vinicola?
Gianluigi: Direi, poter far conoscere il più possibile i nostri vini ad un maggiore pubblico per poter contribuire a far crescere il territorio più famoso del Sud quello del TAURASI prima DOCG DEL SUD ITALIA., che lo scorso anno ha compiuto 30 candeline e che ancora non è al passo con i grandi vini rossi italiani…ma non per qualità!!
Mw:Con me sfondi una porta aperta ed è questo il motivo perchè siamo qui, per sponsorizzare il “nostro” territorio come merita. Vini premiati o riconosciuti a livello nazionale o internazionale? Cosa ne pensi dei riconoscimenti ufficiali ai vini?
Gianluigi: Il nostro primo Taurasi prodotto il TAURASI STARSE 2014 è stato premiato con la medaglia di platino con 97 punti al DECANTER, uno dei concorsi più importanti al mondo. Inoltre anche tutti gli altri vini ottengono costantemente premi di alto valore. credo che debba significare che si sta lavorando bene e su questa strada bisogna proseguire. In merito alle guide ed ai premi stanno venendo fuori troppi concorsi il cui valore spesso è inesistente e questo causa un destabilizzazione del mercato e dei clienti, in quanto non sanno più distinguere quali sono i concorsi seri e quale i farlocchi.
Mw:Concordo. Quindi, come gestisci le tendenze e i gusti in cantina con l’evoluzione dei gusti dei consumatori?
Gianluigi: Rimanere fedeli alle tradizioni tramandate dai nostri avi ma volgendo un po’ lo sguardo ai cambiamenti intorno a noi.
Mw:Qual è la tua filosofia personale riguardo la produzione dei tuoi vini?
Gianluigi: Tradizione e innovazione…ma il vino lo si fa in vigna, abbiamo una maniacale attenzione nei vigneti in tutte le fasi produttive a scapito forse della cantina e della vendita.
Mw:C’è un vino su tutti al quale sei legato particolarmente?
Gianluigi: L’ACINIELL. Il nostro vino bianco è chiamato così a causa dell’aspetto piccolo dell’acino cui i nostri avi hanno coniato questo vezzeggiativo riferito proprio alla poca produttività di questa uva che ne corso degli anni a scomparire. tale vino è stato da tutti noi dedicato a nostro nonno Luigi che ci ha trasmesso la passione per la terra prima e poi per le viti. Ma anche il Taurasi in quanto siamo orgogliosamente fieri di essere cittadini del comune di Taurasi da sempre. a questo vino abbiamo dedicato il nome di STARSE (da starseta) il sesto di impianto tradizionale dell’avellinese. Produciamo ancora oggi qui le uve da utilizzare per la produzione del vino Taurasi prodotto in quantità limitate e solo nelle annate migliori.
Mw:Social e vino, quanto influisce il passaggio sui canali social dei tuoi prodotti?
Gianluigi: I social oggi sono molto importanti perchè riescono a far arrivare il messaggio prima e ovunque. Ma purtroppo io sono poco-social, preferisco oziare al lavoro nei vigneti.
Mw:Vino Naturale. Tendenza? O presa di coscienza verso un mondo più sostenibile?
Gianluigi: Il vino naturale è una moda e come tale sarà passeggera, ma il discorso sulla sostenibilità è un discorso serio che non si può affrontare in poche righe, soprattutto da chi come me ha lavorato per 5 anni al Ministero dell’Ambiente e crede fermamente nella qualità dell’ambiente e nella biodiversità. Per tale ragione abbiamo deciso con la pratica di allevare vitigni autoctoni scomparsi vedi il Roviello Bianco e non Fiano o Greco tipici dell’avellinese.
Mw:Infine, le tue etichette ed i nomi dei tuoi vini, ti andrebbe di raccontarci il significato e da dove provengono le etichette?
Gianluigi: Le etichette rappresentano uno scorcio in bianco e nero della Starseta Avellinase. per quanto riguarda i nomi dei nostri vini è stato già esposto sopra.
Mw: E inoltre siete impegnati solo nella produzione di vino o altri prodotti? Se si, quali?
Gianluigi: Produciamo anche olive per la produzione di olio EVO ed altri fruttiferi minori
Come ogni bel racconto, anche questo giunge al termine. Ringrazio di vero cuore Gianluigi per la pazienza e per la disponibilità. Ovviamente se vi trovare a visitare la Cantina dei Fratelli Addimanda, dite che vi manda Mister Wine.
Gianluigi: Grazie Giovanni, un saluto a tutti i tuoi lettori e vi aspetto a Taurasi.