Jean Pierre Robinot – Eclettico, esplosivo e geniale. Les Vignes de L’Ange Vin
Jean Pierre Robinot – Eclettico, esplosivo e geniale. Les Vignes de L’Ange Vin

Jean Pierre Robinot – Eclettico, esplosivo e geniale. Les Vignes de L’Ange Vin

Elaborare Vini Naturali è uno Stato dello Spirito, un'Etica, un'Arte di Vivere.

Jean-Pierre Robinot sta al vino naturale, come Maradona sta al calcio. SI, perchè possiamo definirlo come volgiamo, genio, eclettico, visionario, ma se c’è qualcuno al quale potremmo attribuirgli la paternità di averci visto lungo, riguardo la produzione di vini “naturali”, costui si chiama J.P. Robinot. Genio e sregolatezza, un predestinato, diventato un punto di riferimento nella Loira. Ed è per questo che ho voluto usare una sua frase che recita cosi: “Elaborare vini naturali è uno stato dello spirito, un’etica, un’arte di vivere”, perchè forse solo così si può comprendere la filosofia produttiva di Robinot, forse! Tutti parlano di vino, tutti raccontano la propria opinione e tutti conoscono Jean-Pierre Robinot. Detto questo, oggi anche io vorrei parlarne, ma la domanda è un’altra: È proprio necessario presentare Jean-Pierre Robinot?

 

Jean-Pierre Robinot? E’ stato fondatore della rivista «Le Rouge et le Blanc» poi direttore del caffè parigino «l’Ange Vin», ha sempre frequentato  l’ambiente del cosiddetto “vino naturale”,  tanto che, il suo nome risuona come quello del Papa a Roma. Giovanissimo e alla ricerca della motivazione e della passione della vita, Jean-Pierre Robinot decise di lasciare il suo villaggio di Chahaignes, dipartimento della Sarthe, nella regione della Loira, per recarsi a Parigi. Tutto nacque in rue Richard Lenoir, nell’XI° arrondissement della capitale francese, in un’epoca in cui la caratteristica principale della Parigi orientale era la sua profonda tipicità popolare. A Parigi incontrò alcuni dei veri e propri pionieri del movimento del vino naturale e successivamente aprì uno dei primi wine-bar dedicati ai vini naturali dal nome “L’Ange Vin”. Si trattava di una delle prime enoteche a proporre una selezione di bottiglie esclusivamente artigianali. A 22 anni arriva l’illuminazione, ovvero, grazie ad una bottiglia di “Cheval Blanc 1964” scattò il colpo di fulmine per il vino. Da quel momento divenne una vera e propria ossessione, tanto da accrescere la voglia di farsi un nome. Robinot sviluppò la sua conoscenza a tal punto da farsi conoscere ben presto tra, viticoltori, appassionati e wine reporter. Dall’incontro con Michel Bettane nel 1983, nacque «Le Rouge et le Blanc», una delle più influenti e apprezzate riviste di vino francese degli anni ’80-’90. Ma dopo 12 anni trascorsi a gestire l’enoteca e la rivista, all’inizio del 2000 lasciò Parigi e si trasferì con sua moglie Noella nel villaggio dov’era cresciuto a Chahaignes, fu determinante la volontà di possedere un pezzo di terra, la sua terra e di piantare le sue viti e produrre vino a modo suo, senza solforosa, lasciando che il succo della vite faccia la sua parte. Trascorse 2/3 anni alla ricerca di terreni desolati adatti sui pendii delle colline. Alcuni terreni erano ancora alla stato naturale da oltre 100 anni. Produsse la prima annata fu nel 2002, dopodichè, Jean-Pierre decise di vendere l’enoteca per dedicarsi anima e corpo al suo progetto agricolo, cominciando ad acquisire appezzamenti di terreno intorno alla sua casa e a piantare viti di Pineau d’Aunis, Chenin Blanc e Gamay.

 Oggi possiede circa 10 ettari nella denominazione Coteaux du Loire, 6,5 ettari, nei Coteaux du Loir Jasnières, suddivisi in diverse zone, a metà strada tra Tours e le Mans, nei pressi del fiume Sarthe, affluente della Loira. Il suo Domaine, prende il nome di “Les vignes de l’Angevin”. La sua scelta è chiara e la sua fiducia nel vino e in se stesso è molto forte. La sua filosofia è chiara, agricoltura biologica, senza diserbanti; aratura del terreno, trattamenti dei ceppi con prodotti biologici e infusi di erbe. La vinificazione è fatta con lieviti naturali per lo più senza solforosa o poco. Botti poste nella galleria “di tufo” e il tempo che fa il suo lavoro. La risorsa di Jean-Pierre è la sua capacità di essere in simbiosi con il suo vino. Simbiosi che seduce oggi gli avventurieri del vino naturale.

Jean-Pierre Robinot diventa dunque di diritto una leggenda del mondo dei vini artigianali, considerato un “guru” della Loira e di tutta la Francia. Personaggio, fuori dagli schemi e alternativo. Robinot, con l’aiuto della moglie Noella, è partito da una serie di appezzamenti popolati da vecchie viti, introducendo anche nuovi filari di Chenin Blanc e Pineau d’Aunis. Lo Chenin Blanc è il vitigno bianco del “lungo fiume”, che ama il fresco e l’oceano, dal profilo profumatissimo, introverso e leggermente aromatico, difficile da interpretare in gioventù e dal grande potenziale di invecchiamento. Il Pineau d’Aunis è una varietà locale molto rara, coltivata solo in alcune zone della Loira, che all’assaggio è simile al Pinot Noir (nonostante non abbia nessun legame genetico), anche se risulta più esuberante e speziato. Sin dal principio Jean Pierre ha deciso di adottare un’agricoltura biodinamica, che facesse uso di preparati rigorosamente naturali, ottenuti direttamente dalla terra. Il terreno, composto da concentrazioni differenti di argille, silice e calcare, risulta sano e integro. In cantina le fermentazioni si svolgono molto lentamente (per quasi un anno) esclusivamente con lieviti indigeni e gli affinamenti avvengono in vecchie botti usate, coricate nelle umide cantine della proprietà. Non appartengono al mondo di Robinot l’utilizzo di processi invasivi, come filtrazioni, o l’aggiunta di solfiti nelle diverse fasi (infatti ogni etichetta riporta la scritta “Vins S.A.I.N.S.”, cioè “Sans Aucun Intrant Ni Sulfite”). Il primo vino prodotto dalla cantina si chiamava “Cuvée TGV” ed era dedicato al treno al alta velocità che da ragazzo prendeva per percorrere la tappa Loira-Parigi. Oggi la cantina Robinot produce due linee: “Les Vigne de L’Ange Vin”, che nascono dai vigneti di proprietà, e “L’Opera des Vins”, che identifica i vini ottenuti da uve acquistate da amici viticoltori che lavorano la terra in maniera molto attenta e rispettosa. I vini Robinot sono dipinti d’autore, prodotti da un artista folle, dotato di un indiscutibile estro artistico (visibile anche nelle stravaganti etichette che realizza), ma anche di una forte sensibilità che si materializza in vigna. Rossi, bianchi e spumanti che vanno ascoltati a lungo, dotati di una finezza unica, di un’affascinante sottigliezza e di un profondissimo fascino. Incantevoli ritratti artistici della Loira.

Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais.

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