Due chiacchiere a Sorso(SS), nel cuore della Romangia, dove nasce Terre di Baquara
Due chiacchiere a Sorso(SS), nel cuore della Romangia, dove nasce Terre di Baquara

Due chiacchiere a Sorso(SS), nel cuore della Romangia, dove nasce Terre di Baquara

Due chiacchiere a Sorso (SS), nel cuore della Romangia nasce Terre di Baquara.

Oggi siamo in compagnia di  Antonio Vacca, proprietario di Cantina Terre di Baquara situata a Sorso(SS).

Dunque Antonio, ti va di presentarti? Qual’è la storia e la tradizione della tua azienda vinicola?

 Antonio: Ciao Giovanni, grazie per la visita e benvenuto in Sardegna! Io sono Antonio, ideatore del progetto “Terre di Baquara”, ho 30 anni e qualche anno fa ho deciso di prendere le redini dell’azienda di famiglia. 

Tutto nasce nel 1955, quando mio bisnonno acquistò i terreni che di cui oggi fortunatamente ci prendiamo cura, per poi passare da mio nonno a mio padre sino ad arrivare a me. La nostra famiglia produce uve e vini sfusi (che nel territorio in cui ci troviamo sono largamente diffusi) da quattro generazioni, io ho sentito la necessità di dare un senso compiuto a quello che aveva iniziato il mio bisnonno, andando a creare la prima bottiglia, perché l’espressione più bella che si può dare all’uva è vedere il prodotto finito in bottiglia.

Mister-Wine: In quale territorio Sardo ci troviamo? 

Antonio: Ci troviamo nel Nord Ovest della Sardegna, precisamente a Sorso, nella regione della Romangia, un territorio storicamente votato alla viticoltura sin dal tempo dei Romani.

Mister-Wine: Quali sono le qualità distintive o uniche dei tuoi vini? 

Antonio: Sicuramente il corpo e la struttura, oltre ad aromi particolari che ci regalano sia le uve che il terreno che il microclima.

Mister-Wine: Da quali vigneti provengono le uve? 

Antonio: Le uve provengono dai vigneti di famiglia, che pazientemente con mio padre abbiamo estirpato e reimpiantato, passando da una vigna caotica ad alberello, piantata con i mezzi dell’epoca, ad una vigna a spalliera ed allevata a Guyot che ci garantisce delle lavorazioni più semplici. Ovviamente abbiamo reinnestato i cloni che avevamo già presenti in vigna, riuscendo a salvare alcune varietà che purtroppo sono quasi scomparse.

Mister-Wine: Quali varietà di uva coltivi e quali sono le tue preferite? 

Antonio: Coltiviamo principalmente Cannonau, innanzitutto perché è il vitigno principe in Sardegna e perchè riesce ad avere un’espressione bellissima e particolare nel nostro territorio. È un vitigno che io amo molto, perchè con le giuste attenzioni in vigna si riesce ad avere un prodotto fantastico, un vino corposo, aromatico e franco, che sta riscontrando molto successo e farà parlare ancor di più della Sardegna. Poi abbiamo Vermentino, Cagnulari, Pascale, Moscato e Girone, un vitigno antichissimo da cui riusciamo ad ottenere un passito molto interessante.

Mister-Wine: Quali fattori ambientali influenzano la qualità dei tuoi vini? 

Antonio: Sicuramente il terreno, prettamente calcareo ed argilloso ricco di fossili, l’esposizione al mare (Golfo dell’Asinara) e ai venti soprattutto il Maestrale che ci tiene compagnia per buona parte dell’anno, l’altitudine perchè pur essendo vicini al mare siamo a circa 130m di altezza ed infine il sole, che nei mesi estivi abbiamo in vigna praticamente per 12 ore.

Mister-Wine: Hai adottato pratiche di coltivazione sostenibile o biologica?

Antonio: Si, ormai da tanti anni siamo in Produzione Integrata, con il pensiero del Biologico.

Mister-Wine: Come bilanci la tradizione e l’innovazione nella produzione del vino?

Antonio: Diciamo che io sono molto legato ai vini della tradizione del mio territorio e cerchiamo di mantenere questo legame in ogni annata, ovviamente con le tecnologie e gli studi che abbiamo a disposizione ora! Con i controlli dei gradi zuccherini pre-vendemmia, con le fermentazioni a temperature controllate siamo riusciti a ottenere dalle uve che conoscevamo benissimo dei risultati completamente diversi, molto apprezzati, pur riconoscendo il timbro classico del vino del territorio.

Mister-Wine: Quali sono le sfide più grandi che affronti come produttore di vino? 

Antonio: Sicuramente il cambiamento climatico, ci sta facendo impazzire. 

Mister-Wine: Se scegli, come scegli le botti per l’invecchiamento dei vini? 

Antonio: Si abbiamo la nuova etichetta che è il Cannonau Riserva annata 2022, che uscirà penso per Novembre. Per questa riserva abbiamo scelto una barrique rigenerata di rovere francese. Abbiamo scelto una botte rigenerata perché, dovendo il vino rimanere un anno fermo li, il problema più grosso da evitare era quello che il legno prevalesse sul vino, andando ad ottenere un vino equilibrato. Ora sta riposando in bottiglia per qualche mese, almeno 8 e poi ti aspetto per assaggiarlo e valutarlo insieme.

Mister-Wine: Quali sono le tue aspettative per il futuro della tua azienda vinicola? 

Antonio: Innanzitutto vorrei completare la mia linea di etichette, abbiamo dei vini su cui stiamo lavorando che presenteremo nei prossimi anni, poi stiamo lavorando con altri vignaioli per dare visibilità al nostro territorio ed alle nostre produzioni, vogliamo trasmettere la nostra passione e far conoscere la qualità delle produzioni locali.

Mister-Wine: Come gestisci le tendenze e i gusti in cantina data l’evoluzione del gusto dei consumatori? 

Antonio: Diciamo che non seguiamo molto i trend del mercato, abbiamo le nostre idee e portiamo avanti quelle. I consumatori vanno educati, bisogna fargli capire quanta fatica c’è dietro una bottiglia di vino e che i vini non sono tutti uguali ma ci sono diversi vini per diversi contesti ed occasioni.

Mister-Wine: Qual’ è la tua filosofia personale riguardo la produzione dei tuoi vini?

Antonio: Io penso che non ci sia niente di più bello che riuscire a far esprimere naturalmente al meglio le uve, quindi coccolandole in vigna cercando di portarle a maturazione e non intervenendo drasticamente in fase di vinificazione, anche perchè il primo che beve il mio vino sono io! 

Mister-Wine: C’è un vino su tutti al quale sei legato particolarmente? 

Antonio: Il Cannonau, è il vino che preferisco, è quello che bevo solitamente, è quello che mi ricorda i miei nonni ed è il vino che ci sta dando più soddisfazioni, quello più apprezzato dai consumatori che lo bevono entusiasti e che ci ha fatto vincere delle medaglie sia a livello regionale che nazionale e poche settimane fa un riconoscimento che ci ha fatto particolarmente piacere, ci hanno assegnato medaglia d’oro al Concorso Internazionale di Lione in Francia con il punteggio di 94/100.

Mister-Wine: Infine, le tue etichette ed i nomi dei tuoi vini, non solo sono bellissimi, ti andrebbe di raccontarci il significato dei nomi dei vostri vini e da dove provengono le etichette?

Antonio: Grazie per l’apprezzamento! La parte grafica è stata la più impegnativa del progetto, creare l’etichetta per interfacciarsi con il mercato è stato un calvario. Fortunatamente ho conosciuto e collaborato con Carlo e Federico del Van Studio di Torino, che hanno studiato il logo Terre di Baquara con il monogramma e poi abbiamo creato mano mano l’etichetta. L’idea era creare un logo e un’etichetta d’impatto, che colpisse l’attenzione del consumatore, rendendoci riconoscibili e posizionandola in un segmento specifico del mercato e che rispecchiasse me. Il logo rappresenta una vacca arcaica che simboleggia il cognome “Vacca” della mia famiglia.

La mia idea di linea di etichette era quella di avere una base da declinare per ogni tipologia di vino. Nell’etichetta sono presenti, realizzati un po stilizzati, la coppa di un calice, la collina che rappresenta la mia vigna, un coltello, un aratro antico e una tavola da surf (che è la mia passione), ti invito ora a guardare l’etichetta e riuscire a localizzarli, mentre sulla parte centrale è raffigurato un tralcio di vite con una foglia, che è la parte con cui giochiamo con i colori per differenziare i vari vini. A questo punto abbiamo optato per scrivere il nome del vitigno nell’etichetta frontale per semplificare l’approccio del consumatore con la tipologia di vino.

 

Grazie Antonio per il tempo che mi hai concesso e soprattutto grazie per la grande opportunità che mi hai concesso per raccontare un pò di te, della tua bellissima terre alla quale sono molto legato e al tuo duro lavoro.

Ci vediamo in Sardegna. Ti saluto come la tua bellissima terra mi ha insegnato:

“A si biri cun Saludi” (Che ci si riveda in salute).

Articolo a cura di Mister-Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

×