Tradizione e Territorio. Nasciri l’azienda biodinamica che esalta la Calabria
Tradizione e Territorio. Nasciri l’azienda biodinamica che esalta la Calabria

Tradizione e Territorio. Nasciri l’azienda biodinamica che esalta la Calabria

Una scoperta made in Sud, con Domenico Rinaldis di Nasciri.

Perchè si parla poco delle aziende del Sud Italia? Perchè non si riesce a fare quadrato intorno alle aziende virtuose che nascono nel Meridione? Oggi infatti, nel mio piccolo, ci penso io! Siamo a Gerace, piccolo comune in provincia di Reggio Calabria, situato nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. La città è posta su una rupe, a 500m s.l.m. di arenarie mioceniche all’estremità sud-est del lungo tavolato che congiunge le Serre all’Aspromonte non lontano dalla costa jonica. In questo bellissimo  paesaggio, una vera e propria oasi incontaminata, sorge Nasciri, Azienda Agricola Biodinamica. Nasciri, nel dialetto calabrese significa “Nascere” e sta ad indicare gli innumerevoli sforzi di Domenico, i proprietario dell’azienda, a far rinascere appunto, l’antica terra agricola. Oggi l’azienda conta 20 ettari di cui 7 di uliveto e 7 circa di vigneto: un piccolo paradiso che gode di una vista privilegiata sul mare e di un clima soleggiato, perfetto per la maturazione delle uve. L’azienda adotta principi della permacoltura e della biodinamica con l’intento di valorizzare al meglio i vitigni locali godendo di una situazione unica, che vede il Mare Jonio a 5 km in linea d’aria e a 10 km la montagna (Aspromonte). Impianti del 2010, rese medie inferiori ai 50 quintali per ettaro, solo acciaio e maturazioni sulle fecce sono elementi comuni a tutti i vini prodotti dalle diverse uve locali, bianche (Greco Bianco, Falanghina) e rosse (Calabrese Nero, Greco Nero, Aglianico e Gaglioppo). Ed oggi io ho non solo il piacere ma soprattutto l’onore di presentarvi Domenico.

Ciao Domenico, grazie per essere qui con noi oggi e per avermi dato la possibilità di raccontare la tua bellissima e virtuosa realtà.

Mw: Dunque Domenico, brevemente ti va di presentarti? Qual è la storia e la tradizione della tua azienda vinicola e in quale territorio ci troviamo?

Domenico: Buongiorno a tutti e grazie a te Giovanni per l’enorme possibilità che mi concedi di raccontare la mia realtà, un caloroso saluto a tutti i tuoi lettori. Io mi chiamo Domenico e sono il titolare dell’Azienda Nasciri. Sebbene provengo da un percorso totalmente differente (sono laureato in Management e mi occupavo di tutt’altro) da circa 15 anni ho deciso di dare il mio contributo su questo pianeta producendo Olio Extravergine di Oliva, Bergamotti e Vino Naturale, il tutto tramite tecniche di produzione biologiche e biodinamiche. Seguo personalmente tutti i processi, dallo scasso del terreno all’imbottigliamento e commercializzazione, passando ovviamente per la trasformazione, ma il ruolo che mi sento di rivestire è quello di “Custode del territorio e dei valori della mia terra”. Siamo a Gerace, in provincia di Reggio Calabria, un piccolo paesino di 2.000 abitanti situato a 5km dal mare e a 10km dall’Aspromonte. Qui ciascuna famiglia possiede tipicamente almeno un piccolo uliveto, un piccolo vigneto e un piccolo orto. Storicamente si è sempre prodotto tutto per l’autoconsumo, prodotti estremamente genuini e semplici. La mia idea di base è stata quindi quella di poter offrire al mondo i prodotti della nostra tradizione, appunto genuini e semplici.

Mw: Quali sono le qualità distintive dei tuoi vini?

Domenico: Sarò sicuramente ripetitivo, ma i tratti distintivi dei miei vini sono proprio la genuinità e la semplicità. Essendo un tipo piuttosto delicato, non sono mai riuscito ad apprezzare appieno i grandi vini convenzionali, perché mi basta poca chimica per avere immediatamente problemi, perciò produrre vini naturali è stata l’unica via. Con il tempo ho affinato la tecnica ed oggi riesco a produrre 8 etichette differenti che si caratterizzano tutte per la loro salubrità. Faccio parte dell’Associazione VinNatur pertanto parliamo di tanto lavoro in vigna per riuscire a portare in cantina uve sane e più ricche possibili, una volta in cantina svolgiamo unicamente fermentazioni spontanee, interveniamo ove necessario con il controllo della temperatura, le ossigenazioni e l’affinamento sui lieviti, anche perchè abbiamo unicamente serbatoi in acciaio inox che hanno i loro vantaggi e svantaggi. Per diversi motivi (Ph alti, acidità basse, etc.) siamo obbligati ad utilizzare un minimo di anidride solforosa per rendere il vino stabile (il disciplinare dell’associazione permette un massimo di 30 mg/lt, e noi raramente ci avviciniamo), nonostante ciò garantiamo di tenere alla larga eventuali mal di testa e mal di pancia.

Mw: Da quali vigneti provengono le tue uve e che tipologia di terroir ritroviamo?

Domenico: Le uve sono tutte interamente di nostra produzione (vendiamo anche una parte del raccolto). Il suolo è prettamente argilloso, terreno collinare, tendenzialmente ventilato tutto l’anno.

Mw: Quali varietà di uva coltivi e quali sono le tue preferite?

Domenico: Coltiviamo Calabrese Nero, Greco Nero, Greco Bianco, Gaglioppo e in piccola parte Aglianico e Falanghina.

Mw: Quali fattori ambientali influenzano la qualità dei tuoi vini?

Domenico: La qualità dei vini è influenzata principalmente dal clima asciutto e ventilato, che ci permette di produrre uve sane e ricche di profumi.

Mw: Adotti dunque, pratiche di coltivazione sostenibile o biologica?

Domenico: Le nostre produzioni sono tutte interamente certificate in biologico, svolgiamo anche diverse pratiche biodinamiche come il sovescio, l’utilizzo di compost biodinamico, seguendo piuttosto rigidamente le fasi lunari in ciascuna fase del processo.

Mw: Come bilanci la tradizione e l’innovazione nella produzione del vino?

Domenico: L’innovazione per me è data dall’utilizzo di macchine a attrezzature moderne (es. serbatoi a temperatura controllata), mentre la tradizione risulta sorprendentemente in linea con le tendenze di mercato, ovvero nelle nostre zone si è da sempre prodotto un vino piuttosto leggero di alcool (11 – 12%), di facile beva (un rosso scarico dato dall’utilizzo di uve a bacca bianca, rossa e nera tutte insieme) e piuttosto fruttato (si è sempre usato mischiare varietà aromatiche come ad es. lo Zibibbo o il Moscato). Ammetto che il vino della tradizione (ed oggi anche di tendenza) è sempre stato il mio preferito.

Mw: Quali sono le sfide più grandi che affronti come produttore di vino?

Domenico: Ad oggi la sfida più grande è quella di riuscire ad accompagnare l’uva ad una corretta maturazione, cosa resa sempre più difficile dal cambiamento climatico.

Mw: Se scegli, quali sono le botti che usi per l’invecchiamento dei vini? E quali sono i metodi di affinamento usi?

Domenico: Usiamo esclusivamente cisterne d’acciaio inox, scelta dettata dal desiderio di produrre vini che esprimano appieno il carattere del vitigno utilizzato. Come affinamento lavoriamo sui lieviti naturalmente presenti nel vino rimettendoli in sospensione.

Mw: Quali sono le tue aspettative per il futuro della tua azienda vinicola?

Domenico: Le mie aspettative sono quelle di riuscire, nonostante il cambiamento climatico, a produrre vini a basso grado alcolico, fruttati e freschi. Purtroppo per raggiungere questo obiettivo abbiamo dovuto dotare il nostro vigneto di impianto irriguo ed essere pronti a dare irrigazioni di soccorso in stagioni estremamente siccitose come la 2024. Abbiamo inoltre sperimentato l’utilizzo di alcune alghe (completamente naturali e ammesse in biologico) che supportano la pianta nei momenti di stress estremo (come i colpi di calore), tra l’altro queste alghe le prendo anche io in estate come energizzante (alga spirulina).

Mw: Vini premiati o riconosciuti a livello nazionale o internazionale?Cosa ne pensi dei riconoscimenti ufficiali ai vini?

Domenico:  Per la prima volta abbiamo ricevuto il riconoscimento Top Wine Slow Wine nella guida 2025 per il nostro “ASSAI Amuri 2022”, ammetto di aver apprezzato molto questo riconoscimento, anche se non sono particolarmente entusiasta dei riconoscimenti da parte di istituzioni, per me il miglior riconoscimento è vedere chi sorseggiando un vino Nasciri riesce a vivere un momento di felicità e pace.

Mw: Come gestisci le tendenze e i gusti in cantina con l’evoluzione dei gusti dei consumatori?

Domenico: Onestamente su questo tema non ho mai dovuto applicarmi più di tanto, i miei gusti personali coincidono spesso con i gusti di mercato, e questa è una gran fortuna perchè non riuscirei a produrre qualcosa che non corrisponde ai miei gusti.

Mw: Qual è la tua filosofia personale riguardo la produzione dei tuoi vini?

Domenico: La mia filosofia personale è quella di offrire al mondo un prodotto sano e genuino, semplice ed efficace. L’idea di poter bere una bottiglia (o due) di vino, spizzicando del cibo, magari chiacchierando in pace e serenità, passare del tempo in allegria e poi riuscire a digerire e star bene, senza effetti collaterali (mal di pancia o mal di testa), è la base del mio progetto.

Mw: C’è un vino su tutti al quale sei legato particolarmente?

Domenico: Sinceramente no, a me piace cambiare spesso, è per questo motivo che produco 8 etichette diverse. Va tutto a periodi, in questo momento specifico il mio vino preferito è il VINU i CASA bianco 2023, che bevo volentieri sia a temperatura ambiente che freddo. Ma so che man mano che arriverà l’inverno probabilmente passerò ad un rosso.

Mw: Social e vino, quanto influisce il passaggio sui canali social dei tuoi prodotti?

Domenico: Non saprei quantificare, sui social i miei profili sono privati. Credo che se hai delle idee specifiche, qualcosa di particolare, sia da condividere con chi è veramente capace di apprezzarlo, purtroppo viviamo in un mondo in cui la maggioranza delle persone si rivolge (per tanti motivi) ai supermercati, luoghi estremamente pericolosi per la salute umana.

Mw: Vino Naturale, tendenza? O presa di coscienza verso un mondo più sostenibile?

Domenico: Spero vivamente la seconda.

Mw: Le tue etichette ed i nomi dei tuoi vini, ti andrebbe di raccontarci il significato e da dove provengono le etichette? E inoltre siete impegnati solo nella produzione di vino o altri prodotti? Se si, quali?

Domenico: Oltre al vino naturale produciamo anche Bergamotti biologici, ed Olio Extravergine di Oliva Biologico Estratto a freddo, per quest’ultimo siamo già alla terza generazione in famiglia (mio nonno ha comprato il primo frantoio negli anni 50). Le etichette dei vini sono state tutte realizzate da Francesca, la mia ex compagna che ha saputo interpretare il territorio e la cultura del luogo esprimendole attraverso le immagini e le parole (esclusivamente dialettali). Abbiamo tre gruppi di etichette, il primo gruppo sono i vini frizzanti (un bianco e un rosato), chiamati “Pizifàini”, praticamente si tratta del nome in dialetto dell’uccello Gruccione, caratterizzato da colori vivaci di giallo, verde-azzurro e arancio nidifica dietro la nostra cantina e svolazza libero sui nostri vigneti. Il secondo gruppo di etichette sono i “VINU i CASA”, ovvero i vini della casa, vini semplici e genuini da 1.000 occasioni, l’etichetta è molto semplice e richiama questa caratteristica del vino. Da notare il disegno di una fenice, rappresentata in diverse fasi (ciascuna per ogni vino) che rappresenta la ri-nascita. Il terzo gruppo sono i vini “ASSAI”, che significa “molto”, questo termine dialettale è usato tanto nella lingua parlata e rappresenta un tratto tipico del territorio, qui tutto è spesso ASSAI (dal piatto di pasta a pranzo, al caldo estivo 😉), noi lo intendiamo in un’accezione positiva con l’intendo di augurare una specifica emozione, infatti i vini sono ASSAI Amuri, ASSAI Paci e ASSAI Cuntintizza (Amore, Pace e Felicità), quest’ultimo non è ancora mai stato prodotto. Rimane un’ultima etichetta, “CHILLU CHI VOLIMU” che significa “quello che vogliamo”, è l’unico vino prodotto da uve da vigna vecchia (l’unica vigna che non ho piantato io), il classico vino di Gerace, un uvaggio di 9 diverse varietà locali (bianche, rosse e nere) innestate su selvatico.

Mw: Infine cosa ti ha spinto a scegliere di accettare la proposta di Mister Wine per raccontare la tua storia?

Domenico: A parte che sei un tipo molto simpatico e gentile, il mio lavoro è basato sulla condivisione, sulla convivialità, perciò ben venga la possibilità di raccontare e condividere. Colgo infatti l’occasione per ringraziarti e farti i complimenti per il tuo lavoro, è un gran piacere condividere la storia di Nasciri con te e con tutti i tuoi lettori.

Ed anche oggi questa bellissima intervista volge al termine e ringraziando Domenico per il tempo che mi ha concesso, ci salutiamo sempre con la nostra frase di rito: Se vi trovate a passare da Nasciri a Gerace, dite che vi manda Mister Wine.

Un saluto a tutta la Calabria!

Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais.

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