Vino del Deserto – Tarapacá – Cile
Vino del Deserto – Tarapacá – Cile

Vino del Deserto – Tarapacá – Cile

Amici di Mister Wine ed amanti del vino, oggi vi porto in Cile, si avete letto bene, precisamente nelle città di Pica e Matilla.

La mia curiosità è tanta e come ben sapete mi spinge sempre oltre la normale scoperta, voglio di più, diventa quasi una spasmodica ricerca di un tesoro inesplorato.

Siamo nella regione di Tarapacá, nelle città di Pica e Matilla, 125 km a SE di Iquique, la vite risale alla fine del XVI secolo.

Ci sono tanti cenni storici che attestano l’attività vinicola in questa regione.

È documentato anche il passaggio di Diego de Almagro nel 1536.

La produzione riforniva inoltre anche le compagnie di nitrati e minerarie e veniva esportata anche a Potosí nell’Alto Perù.

A Matilla spicca la famiglia Medina, a cui appartiene El Lagar de Matilla, un monumento storico nazionale, il più antico conservato in Cile.

E nella Pampa del Tamarugal, è importante la figura di un immigrato tedesco Enrique Froelich, che ha ottenuto la decorazione di Cavaliere dell’Ordine al Merito, per il suo contributo all’agricoltura del deserto. A quel tempo si produceva un vino chiamato tipo Porto, un vino dolce con alta gradazione alcolica.

Questa attività terminò tra il 1937-1949, a causa di vari fattori, tra cui, la concorrenza del vino dalla zona centrale, l’applicazione di tasse elevate e l’espropriazione delle acque verso la città di Iquique.


Nel 1937 circa, si inizia il recupero di materiale vegetale, di piante antiche anche di oltre 100 anni, che sono state dimenticate nel tempo, e quindi sopravvissute alle condizioni di deserto assoluto, caratterizzato da terreni salini e inverni con alte temperature giornaliere.

Siamo ad una svolta, quando nel 2004 grazie alla Stazione sperimentale di Canchones. dell’Università Arturo Prat,
si pianta in maniera sperimentale un piccolo giardino di varietà (2.000 m2).

Iniziano le valutazioni agronomiche, e contemporaneamente le analisi molecolari, per determinare se c’è corrispondenza con una varietà nota.

‘Università Arturo Prat

Inizia così l’Identificazione dei ceppi
Questa analisi molecolare è stata effettuata a Santiago, INIA La Platina, è stato possibile identificare solo il ceppo País, introdotto dagli spagnoli.

Successivamente, il DNA è stato inviato in Spagna, alla IMIDRA (Istituto di ricerca di Madrid per lo sviluppo agricolo e alimentare).

Si è arrivati all’identificazione di due ceppi: Gros Colman di origine georgiana dall’ex Unione Sovietica e Ahmeur bou Ahmeur di origine algerina.
Due genotipi bianchi, rimasti non identificati, sono stati inviati in Francia, all’INRA (Istituto di Ricerca Agronomica), uno è stato identificato come ceppo di Torrontés Riojano,

di origine argentina.. Un grande genotipo di bacche è rimasto non identificato, dopo essere stato confrontato con circa 7.000 genotipi.

Si inizia quindi nel 2006 a vinificare.
Inizia con la raccolta in modo artigianale, con la tradizionale pisa-pisa, comprese le uve del Giardino delle Varietà, con il sostegno permanente dell’Università Arturo Prat.

Pisa-Pisa

Siamo nel 2011 quando c’è una svolta, perché si decide iniziare un vero e proprio progetto col nome Progetto FIC.
Il progetto FIC “Innovazione tecnologica nasce per la produzione di vino del deserto”, finanziato dal governo regionale, che consente un salto tecnologico,

racchiudendo l’intera linea di processo di vinificazione, enologo, implementazione di un laboratorio, atto ad aumentare la superficie coltivata

e coinvolgere agricoltori della regione.

La tecnologia dunque, unita all’esperienza degli agricoltori e a finanziamenti del governo regionale danno inizio al vero progetto di “Vini del deserto”.

Nel 2016 si prosegue la ricerca instaurando una vera e propria “Registrazione dei ceppi”.
Il genotipo della grande bacca che è rimasto non identificato, dopo averlo confrontato con circa 7.000 genotipi,

è stato registrato presso il Servizio Agricolo e Zootecnico di Santiago, venne valutato sul campo, per vedere se il ceppo soddisfaceva tre caratteristiche,

se era stabile, omogeneo e presentava identità, è così che nel luglio 2016, si arriva ad una svolta, ovvero la registrazione definitiva, diventando il primo vitigno cileno,

originario della regione di Tarapacá, chiamato Tamarugal.

Costituendo uno dei grandi risultati, la regione di Tarapacá, detiene il record del primo ceppo di vino 100% cileno,

situato nel deserto, con un terroir caratteristico, del tipico del deserto più arido del mondo.

Tarapacá


Viene assegnato un secondo progetto FIC “Wine Tourism of the Desert Wine”, che consentirà l’istituzione di un percorso del Vino del Deserto, inaugurato di recente,

attraverso il quale vengono fatti conoscere i prodotti della ricerca applicata di oltre 15 anni.

Nel 2018 il ceppo Tamarugal, nella sua versione abocado, che è un vino in cui si percepisce una leggera dolcezza in bocca, ottiene una medaglia d’oro al concorso internazionale Catad ́Or Wine Awards. Si tratta di una competizione internazionale, che utilizza una metodologia di degustazione alla cieca,

a cui partecipano giudici internazionali e competono anche paesi dell’America Latina e dell’Europa.

Il vino ha gareggiato tra 640 campioni, ottenendo una medaglia d’oro, confermando la sua qualità.

Arrivano ancora altri buoni risultati, perché nel 2019 si arrivò al riconoscimento da SERNATUR, come progetto turistico emergente,
partecipando così alla IV Conferenza Mondiale sull’Enoturismo, tenutasi a Santa Cruz, Colchagua.

Nel 2020 la varietà Tamarugal, nella sua versione secca, ottiene la medaglia d’oro al concorso internazionale Catad ́Or Wine Awards.
Il ceppo Tamarugal nella sua versione secca e abocado ottiene quindi riconoscimenti ovunque ed i suoi punteggi sono davvero alti.

Nella Guida alla Tavola d’Assaggio di LA CAV, arriva un premio molto gradito, il riconoscimento come uno tra i migliori vini dell’anno.
La Viña Canchones, si trova nella Pampa del Tamarugal 90 km a SE di Iquique e 960 metri sul livello del mare.

Si svolge in un semplice sistema a traliccio, con irrigazione a goccia, la cui acqua di irrigazione viene estratta dalle acque sotterranee, che corrispondono alle acque millenarie.


La nostra cantina si caratterizza per avere una linea di processo completa, che comprende la rettificatrice diraspante, la pressa pneumatica, l’imbottigliamento e la tappatura.

I vini vengono lavorati solo in tini di acciaio inox e filtrati grossolanamente, mediante filtro a cartuccia, per preservare le caratteristiche organolettiche (gusto e aroma) del vino.

La xuriosità mi ha spinto fino ad arrivare in Cile e grazie a “Fernández Chamaca, Paola Andrea” per la realizzazione di questo articolo.

Alla prossima avventura e alla prossima bevuta.

Articolo a cura di Giovanni Scapolatiello – Mister Wine.

Visit http://www.vinodeldesierto.cl/

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