Vino e passione dal 1963. I Vini della prima donna del vino, Sparici Landini
Vino e passione dal 1963. I Vini della prima donna del vino, Sparici Landini

Vino e passione dal 1963. I Vini della prima donna del vino, Sparici Landini

Scopriamo i vini della prima donna del vino.

Continua la rubrica “Racconti di Vini”, con tante interviste esclusive e inedite. Oggi facciamo tappa in Veneto e precisamente a Sona, comune della provincia di Verona. Mi soffermo in questo posto meraviglioso, regione patria di grandi vini, per accompagnarvi in un luogo magico. Siamo da Sparici Landini dove da 60 anni coltivano le uve sulle affascinanti colline moreniche. Quando ho iniziato questa rubrica, ero cosciente del fatto che coincidesse con il periodo di vendemmia, quindi a maggior ragione vorrei ringraziare tutte le aziende che hanno partecipato finora e quelle che parteciperanno, perchè hanno mostrato grande disponibilità nonostante un periodo oberato di lavoro. Sparici Landini mi hanno aperto le porte con grande disponibilità e collaborazione, per questo, sono riconoscente ed onorato di presentarvi questa bellissima realtà.

Ma torniamo a noi, e oggi siamo in compagnia di Alessandro Naspetti, proprietario della cantina Sparici Landini
Dunque, Ale, brevemente ti va di presentarti?

Alessandro Naspetti: Ciao Giovanni, intanto grazie dell’invito, è un piacere poter fare una chiacchierata con un esperto
come te e saluto tutti i tuoi lettori. 
Sono Alessandro, la quarta generazione alla guida della cantina Sparici Landini, un’azienda familiare situata a Sona, in provincia di Verona.

Mister Wine: Allora Ale raccontaci un pò qual’è la storia della tua azienda e in che territorio ci troviamo.
Alessandro Naspetti: La nostra cantina affonda le sue radici negli anni ’60, quando i miei bisnonni, Maddalena Sparici e
Remo Landini, nobili e industriali nel settore dell’acciaio, si trasferirono da Roma a Sona per essere più vicini all’azienda. Fu la mia bisnonna Maddalena a dare inizio alla coltivazione dei primi vigneti, diventando una delle prime donne a fare impresa nel mondo del vino. Il nostro territorio è intriso di storia, che risale fino all’età del bronzo. La nostra collina,
Montecorno, è stata un punto strategico per millenni. Nei secoli più recenti, ha visto momenti chiave della storia italiana, come le battaglie risorgimentali combattute nelle vicinanze, tra cui la battaglia di Custoza e quella di San Martino durante le guerre d’indipendenza italiane. Successivamente, alla fine del Settecento, l’Impero Austroungarico riconobbe il potenziale agricolo della zona e avviò la coltivazione della vite, piantando le basi per quella che sarebbe diventata una tradizione secolare. Oggi, su queste stesse colline, continuiamo a coltivare uva e olive con la stessa
dedizione, portando avanti una tradizione familiare che intreccia storia, passione e territorio.

Mister Wine: Bellissima storia. Quali sono le qualità distintive dei tuoi vini?
Alessandro Naspetti: La nostra filosofia è sempre stata quella di privilegiare la qualità rispetto alla quantità. I nostri vini
sono innanzitutto un’espressione di ciò che piace a noi, e questo ci permette di creare prodotti autentici e personali. Puntiamo su vini equilibrati, bilanciati ed eleganti, dove l’uva è la vera protagonista, preferendo valorizzarne le caratteristiche naturali piuttosto che intervenire con lavorazioni eccessive. Il nostro obiettivo è creare vini minerali, con una freschezza e secchezza che riflettano il nostro terroir, evitando eccessive dolcezze per mantenere una bevibilità piacevole.

Mister Wine: Da quali vigneti provengono le tue uve e che tipologia di terroir ritroviamo?
Alessandro Naspetti: Le nostre uve provengono principalmente dai vigneti di proprietà situati a Sona. Il terroir qui è
caratterizzato da terreni misti, prevalentemente argillosi e calcarei, che donano ai vini una spiccata mineralità e una struttura ricca ma equilibrata.

Mister Wine: Quali varietà di uva coltivi e quali sono le tue preferite?
Alessandro Naspetti: Coltiviamo varietà autoctone come Corvina, Rondinella e Molinara, utilizzate per i nostri rossi, e
Garganega per i bianchi. Accanto a queste, abbiamo anche internazionali come Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Merlot, che ci permettono di esplorare diverse espressioni del territorio.

Mister Wine: Ci racconti quali fattori ambientali influenzano la qualità dei tuoi vini?
Alessandro Naspetti: Uno dei fattori chiave che influenzano la qualità dei nostri vini è il clima temperato del Lago di
Garda, che mitiga le temperature e crea condizioni ideali per la viticoltura. Ci troviamo sulla prima collina a ovest di Verona, nel punto d’ingresso della cosiddetta ‘anfiteatro morenico veronese’, una zona naturale che circonda la città.
Grazie alla posizione collinare, i nostri vigneti beneficiano di un ottimo drenaggio e flussi d’acqua naturali, senza problemi di ristagno, il che permette una crescita sana delle piante e uve di qualità.

Mister Wine: Sono curioso come lo sono i miei lettori di sapere come bilanci la tradizione e l’innovazione nella produzione del vino?
Alessandro Naspetti: La tradizione è la base su cui costruiamo, il nostro punto di partenza, ma l’innovazione è ciò che ci
permette di migliorare continuamente. In cantina utilizziamo tecnologie moderne per ottimizzare i
processi produttivi e garantire una qualità costante, senza però mai perdere di vista l’essenza
artigianale del nostro lavoro. È un equilibrio delicato ma fondamentale, che ci consente di restare competitivi e al passo con i tempi, mantenendo però il legame con le radici e il territorio.

Mister Wine: Ale, quali sono le sfide più grandi che affronti come produttore di vino?
Alessandro Naspetti: La sfida più grande che affrontiamo è sicuramente quella climatica. Ogni anno vediamo un
peggioramento delle intemperie estive, e fino al momento della vendemmia, c’è sempre il rischio che un’intera annata venga compromessa in poche ore. Un’altra sfida importante è la competizione, soprattutto sui mercati internazionali, dove è essenziale distinguersi non solo per la qualità del prodotto, ma anche per la capacità di raccontare una storia
unica legata al territorio e alla nostra tradizione.

Mister Wine: Tutte le aziende intervistate finora, hanno sottolineato la stessa difficoltà riguardo il cambiamento climatico. Tornando ai tuoi vini, che tipo di botti usi per l’invecchiamento? E quali metodi di affinamento preferisci?
Alessandro Naspetti: Utilizziamo principalmente vasche in acciaio, che ci permettono di preservare la freschezza e la
purezza del frutto. Per i rossi più strutturati, come l’Amarone e il nostro Cabernet Sauvignon appassito, usiamo l’affinamento in botti di rovere piccole. In alcuni casi, utilizziamo anche vasche in cemento, che offrono un’ottima micro-ossigenazione senza alterare il profilo aromatico del vino.

Mister WIne: Quali sono le tue aspettative per il futuro della tua azienda vinicola?
Alessandro Naspetti: L’obiettivo principale è crescere in modo sostenibile, mantenendo sempre alta la qualità dei nostri
vini. Mi piacerebbe aumentare la produzione, soprattutto nei mercati esteri, rafforzando la nostra identità come azienda che riesce a bilanciare tradizione e innovazione. Credo molto anche nel potenziale del turismo enogastronomico, per questo stiamo investendo in esperienze legate alla nostra cantina, offrendo ai visitatori la possibilità di immergersi nella nostra storia e nel nostro territorio.

Mister Wine: Oramai il mondo vino vive di concorsi e riconoscimenti. Hai ricevuto premi a livello nazionale o internazionale per i tuoi vini? Cosa ne pensi dei riconoscimenti ufficiali?
Alessandro Naspetti: Abbiamo ottenuto diverse soddisfazioni, sia a livello nazionale che internazionale, e naturalmente
siamo orgogliosi dei riconoscimenti ricevuti. Tuttavia, non vedo i premi come un obiettivo primario. Per noi, il vino è fatto per la gente, non solo per i sommelier o gli esperti del settore. Il vero riconoscimento arriva dai consumatori, quando scelgono il nostro vino per accompagnare momenti speciali della loro vita. Questo è il segno più tangibile che stiamo facendo bene il nostro lavoro.

Mister Wine: Sono d’accordo con te, alla fine è il consumatore a fare la differenza. Parlando di consumatori, come gestisci le tendenze e i gusti in cantina con l’evoluzione delle preferenze di questi ultimi?
Alessandro Naspetti: Ascolto molto i consumatori, e il mio lavoro mi dà l’opportunità di interfacciarmi spesso con i miei
clienti finali, comprendendo meglio cosa cercano e cosa si aspettano dai nostri vini. Ritengo fondamentale rimanere fedeli alla nostra identità, ma al contempo essere flessibili e pronti ad adattarci alle nuove tendenze. Ad esempio, abbiamo introdotto vini più fruttati e morbidi in risposta alle richieste frequenti dei nostri ospiti durante gli eventi e matrimoni che ospitiamo nella nostra villa. È importante per noi riuscire a soddisfare i nostri clienti, pur mantenendo la qualità e il carattere dei nostri vini.

Mister Wine: Trovo eccezionale la scelta comunque di restare fedele alla propria idea di fare vino, cercando anche di accontentare ed assecondare alcune richieste dei consumatori. Proprio per questo, qual è la tua filosofia personale riguardo alla produzione dei tuoi vini?
Alessandro Naspetti: La nostra filosofia è quella di rispettare il territorio e il frutto, cercando di esprimere al meglio ciò
che la natura ci offre. Non forziamo mai il processo, ma lo accompagniamo, permettendo all’uva di esprimersi al massimo. Voglio che i nostri vini siano un riflesso autentico del nostro lavoro e del nostro terroir, mantenendo sempre un’altissima qualità, in equilibrio tra tradizione e innovazione.


Mister Wine: Raccontaci un pò, hai un vino al quale sei particolarmente legato?
Alessandro Naspetti: Uno dei vini a cui sono più legato è La Grisa, il nostro spumante brut fatto con Chardonnay e
Cortese. Non è il vino più complesso che produciamo, ma ha un significato speciale per me, in quanto è dedicato alla mia bisnonna, soprannominata La Grisa per il colore dei suoi capelli. È diventato un vino icona della nostra cantina, simbolo di tradizione e famiglia. A livello produttivo, sono molto orgoglioso del nostro taglio bordolese, che facciamo dal 1999. È un blend di Cabernet Sauvignon e Merlot, con un appassimento parziale delle uve e un affinamento in barrique. È un vino complesso, con aromi unici che lo rendono davvero speciale.


Mister Wine: Direi che dalla tua spiegazione ci hai proprio incuriositi, dobbiamo provarlo allora. Parlando di comunicazione, quanto influiscono i social media nella promozione dei tuoi prodotti?
Alessandro Naspetti: I social media sono diventati molto importanti per la promozione dei nostri vini, e lo stiamo
comprendendo sempre di più. Abbiamo iniziato recentemente con TikTok, anche se nessuno di noi è particolarmente attivo sui social. Il successo che abbiamo riscontrato lì ci ha sorpreso tutti: ci ha permesso di raggiungere un pubblico più giovane e internazionale, rafforzando la visibilità della nostra cantina in modi che non avremmo immaginato.


Mister Wine: Esempio di quando i social vengono utiliizzati bene. Argomento un pò spigoloso. Vino naturale: è una tendenza o una presa di coscienza verso un mondo più sostenibile?
Alessandro Naspetti: È una tendenza che sono felice di vedere diminuire. Sebbene apprezzi l’attenzione verso la
sostenibilità, credo che il concetto di ‘vino naturale’ sia stato spesso frainteso o abusato. La vera sostenibilità non dovrebbe essere legata a una moda, ma a pratiche agronomiche e produttive solide, che garantiscano la qualità del vino e il rispetto per il territorio nel lungo termine. La nostra filosofia è quella di lavorare in modo responsabile, bilanciando tradizione e innovazione, senza cedere a estremismi o etichette di tendenza.


Mister Wine: Lasciamo spazio ad un pò di curiosità. Le tue etichette e i nomi dei tuoi vini hanno un significato particolare? Ci puoi raccontare da dove provengono? Oltre al vino, producete altri prodotti? Se sì, quali?

Alessandro Naspetti: Ogni vino della nostra cantina ha un significato speciale legato alla nostra storia e al territorio. Ho già citato La Grisa, il nostro spumante dedicato a mia bisnonna. Il nostro Cabernet Sauvignon si chiama Pieve San Quirico, prendendo il nome dalla chiesa che sorge sulla collina dove coltiviamo le nostre uve. Joy! è il nostro Chardonnay, ispirato alla gioia e all’atmosfera delle feste e dei matrimoni che mia madre Francesca organizza nella nostra villa. Per quanto riguarda le etichette, alcune sono state disegnate da esperti, altre le ho create personalmente, aggiungendo un tocco personale che riflette la nostra passione per il vino. Oltre al vino, produciamo anche olio d’oliva di alta qualità, seguendo la stessa filosofia di rispetto per il territorio e attenzione ai dettagli. Vorrei concludere ringraziandoti per questa piacevole chiacchierata. È stato un piacere condividerela storia e la passione che animano la nostra cantina. Invito tutti a venirci a trovare per vivere in prima persona l’esperienza del nostro mondo vitivinicolo.

Grazie di vero cuore Ale, per avermi concesso in esclusiva quest’intervista, dandomi la possibilità di parlare della vostra realtà, in un periodo super impegnativo per voi. Direi proprio che se vi trovate in quelle zone, fate un salto da Sparici Landini che ne vale la pena e ricordate di dire che vi manda, Mister Wine. A presto!

Articolo a cura di Mister Wine – Giovanni Scapolatiello – Sommelier Ais

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